colore digitale blog

Il blog di Mauro Boscarol sulla gestione digitale del colore dal 1998

Nella serie Norme e standard nelle arti grafiche

Le prove colore digitali e le tolleranze di processo

Abbiamo visto che dalla norma si può costruire una tabella di caratterizzazione (che “fotografa” le condizioni di stampa) e da questa tabella si può costruire un profilo. Per esempio dalla norma 12647-2 per la carta patinata è stata creata la caratterizzazione FOGRA 39 e vari profili ISOcoated o simili.

Naturalmente è anche possibile partire da una condizione di stampa fuori norma, creare la relativa tabella di caratterizzazione e il profilo personale associato.

Oggi il processo di stampa offset (e in generale ogni processo di stampa industriale) viene controllato mediante una serie di passi successivi che possono essere così sintetizzati:

  1. [caratterizzazione] si parte dalla caratterizzazione che si vuole seguire;
  2. [prova] si realizzano delle prove colore direttamente dagli impianti digitali (PDF/X) che simulano la caratterizzazione scelta;
  3. [OK] si stampano in produzione (cioè con la macchina offset) alcune copie iniziali, fra le quali si sceglie un copia cosiddetta “OK si stampi”;
  4. [produzione] si stampano in produzione le copie  e in questo caso vanno distinte:
    1. le variazioni in un foglio;
    2. le variazioni in tiratura.

Questi passi hanno l’obiettivo di assicurare che la stampa in tiratura produca (tra le altre cose) i colori indicati dalla norma che si vuole seguire entro tolleranze stabilite. Dunque questi passi devono essere tutti coerenti tra di loro. Per quanto riguarda il colore, ciò significa che tra un passo e il successivo, il ΔE deve essere inferiore a certi valori prefissati dalla norma.

Le coordinate colorimetriche L*a*b* sono riferite all’illuminante D50 e all’osservatore 2°  e il tipo di ΔE da utilizzare in queste operazioni di “prova colore” è quello del 1976 (questo vale per tutta l’industria delle arti grafiche). Inoltre la normativa (come tutte le normative) usa il termine deve (shall) quando l’indicazione è obbligatoria e il termine dovrebbe (should) quando è desiderabile seguire l’indicazione se possibile.


Scale di test

La norma 12647-7 (che riguarda le prove colore effettuate direttamente da dati digitali, tipicamente da un PDF) specifica le caratteristiche della scala di test. In pratica la scala più usata è la cosiddetta Media Wedge v. 3, che è costruita secondo le specifiche della norma:

La stessa norma specifica che per l’accuratezza del colore va usato un target con un numero maggiore di tacche. In pratica si usano a questo scopo i target IT8.7/3, IT8.7/4 o ECI 2002. Per esempio questa è una versione del target IT8.7/3:


Densità o colorimetria?

Fino al 2004 la normativa ISO 12647-2 per la stampa offset piana e rotativa a caldo specificava il colore mediante misura della densità di riflessione. Dal 2004 la norma è cambiata e una delle novità rispetto alla norma precedente (del 1996) è che la misura di densità viene ritenuta in generale non adeguata, anche se ci sono eccezioni. La norma dice (4.3.2.3 Nota 4):

In generale i valori di densità non definiscono un colore al grado di precisione richiesto. Dunque, per gli scopi di questa sezione della 12647 i valori di densità in riflessione sono raccomandati solo per la determinazione dei valori tonali [cioè per la grandezza corrispondente alla L* in colorimetria].

In altre parole il confronto tra valori di densità è adeguato se i pigmenti sono simili,  e se i substrati sono simili. Su questa base i valori di densità possono essere appropriati solo per i passi 4.1 e 4.2 indicati più sopra, cioè solo per misurare i colori (anzi la loro “tonalità”) in un foglio e in tiratura. Negli altri casi deve essere usata la colorimetria, cioè le coordinate L*a*b* sotto illuminante D50. In ogni caso le misure colorimetriche hanno la precedenza su quelle densitometriche.

Le misure dovrebbero essere fatte su sfondo nero (black backing), ma si può usare anche sfondo bianco (white backing) o sfondo della stessa carta (substrate backing).

 

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Mauro Boscarol

12/1/2011 alle 17:37

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