Il mito brilla solo nei ricordi, dal vivo è l'ombra di sé

Paolo Biamonte
Repubblica 8 May 2002

Chi ama gli artisti che hanno consumato la vita sulla fiamma dell' intensità insegue il mito del genio. E sa anche che Nina Simone è una di quegli artisti che, come pochissimi altri, è capace di far scattare la scintilla che accende la luce sulla poesia della musica, anche solo con un brano, lasciato alla deriva in un fiume di musica priva di luce.

Dopo averla ascoltata l' altra sera a Roma, all' AuditoriumParco della musica, viene il sospetto che anche per lei il mito della scintilla sia niente più che un ricordo. Guardando lo spettacolo malinconico che la povera Nina Simone stava offrendo di sé e della sua musica al generosissimo pubblico dell' Auditorium, veniva da domandare a quel giovanotto vestito alla maniera degli anni d'oro del Cotton Club che le fa da assistente, che cosa si sia sostituito al cuore per dargli il coraggio di non impedirle di punirsi così in pubblico.

Accompagnata dalla "solita" band di musicisti olandesi assemblata per l' occasione, vestita con un abito impietosamente scollato, spinta da passetti traballanti, Nina Simone è salita sul palco brandendo un bastone con un piumino tipo quelli dei riti vodoo di New Orleans che lei ha usato per incitare il pubblico.

"Black is the color of my true love' s hair", "Four women", "Mississippi goddam" sono alcuni dei titoli di questo concerto in cui pareva di sentire Nina Simone che ricordava distrattamente a un amico i suoi brani più famosi. Neanche la proposta a sorpresa della beatlesiana "Here comes the sun" è servita a dare un po' di vita alla serata.

Gli applausi entusiastici del pubblico le sono serviti per avere il tempo di chiedere al chitarrista la tonalità di canzoni suonate migliaia di volte, l' incongrua atmosfera di festa ha trasformato in una gag il fatto che non conosceva neanche i nomi dei musicisti.

Il tutto è diventato troppo triste quando sono arrivate le note stupende di" I loves you Porgy". Mentre il basso e la batteria producevano un fastidioso "tump tump", Nina Simone ripeteva stancamente quella melodia di Gershwin che in passato lei ha trasformato in una delle canzoni più intense e struggenti della musica moderna. Ostentando il più completo disinteresse per le richieste del pubblico, ha sbrigato così la "pratica" del bis: «comprate i miei dischi e tornate a sentire i miei concerti».

E mentre caracollava verso le quinte, il vecchio cuore di fan pregava di non vedere mai più sul palco Nina Simone infierire così sul suo mito.