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Il blog di Mauro Boscarol sulla gestione digitale del colore dal 1998

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Norme e standard nelle arti grafiche

La normativa per gli inchiostri da stampa, ieri e oggi

Inchiostri da stampa

Facciamo un po’ di storia (e di preistoria: è indispensabile per chiarire alcuni punti di possibile confusione sull’argomento).


La preistoria (1930-1965)

Siamo in Germania, nel 1930, un anno prima che la CIE pubblichi il proprio sistema colorimetrico (in altre parole, nel 1930 non esiste un metodo standard per indicare un colore con numeri).

L’istituto di normativa tedesco DIN (esiste ancora oggi) pubblica all’interno della norma Nagra 213 (Nagra è la sigla di Normenausschuss für Graphische Gewerbe, cioè “norme per l’industria grafica”) una specifica che riguarda gli inchiostri da stampa offset.

Vengono specificate le caratteristiche (i nomi, i pigmenti, i supporti) di 13 inchiostri da stampa. È solo una bozza e dovrebbe essere ulteriormente sviluppata, ma l’inizio della II guerra mondiale nel 1939 interrompe gli sforzi normativi.

L’attività normativa in Germania riprende negli anni Cinquanta (del Novecento) e nel 1955 viene pubblicata una nuova norma, la DIN 16509 (Farbskala für den Offsetdruck, cioè “scala colori per la stampa offset”).

La norma riguarda gli inchiostri offset, i cui nomi vengono  stabiliti rispettivamente in giallo (Gelb, in tedesco), rosso (Rot), blu (Blau). La norma è stata anche chiamata “scala fredda” (kalte Farbtöne).

Nel frattempo è stato sviluppato il primo sistema colorimetrico della CIE (1931) e la norma stabilisce i valori colorimetrici per ogni inchiostro in coordinate Yxy, per i due illuminanti standard A e C (A è la luce ad incandescenza, C è un illuminante ora obsoleto, ma che allora rappresentava la luce del giorno a circa 6800 kelvin)

Nel 1965 la norma viene modificata e tra le altre cose viene introdotto per la prima volta il nome ciano (in tedesco Cyan) al posto di blu (Blau), mentre al posto di rosso (Rot) viene usato porpora (Purpur).


Storia antica (1967-1997)

Negli anni successivi la normativa per gli inchiostri offset diventa di competenza europea. Il CEI (Comité européen des associations des fabriquants de peintures et d’encres d’imprimerie) pubblica nel 1967 una raccomandazione (indicata con la sigla CEI 13-67) relativa agli inchiostri per la stampa offset.

Il CEI (Comité européen des associations des fabriquants de peintures et d’encres d’imprimerie) era un gruppo di esperti, a cui sono dovute le norme sugli inchiostri da stampa fino agli anni Ottanta. Era interno a CEPE,  il Comité européen des associations de peintures, encres d’imprimerie et couleurs d’art oggi chiamato European Council of producers and importers of paints, printing inks and artists’ colours.

Oggi il settore di CEPE che si occupa degli inchiostri da stampa si chiama EuPIA (European Printing Ink Association) ma la parte normativa è passata al comitato tecnico TC 130/WG3 di ISO.

Questa raccomandazione europea specifica i nomi e le coordinate colorimetriche (Yxy perché Lab non era ancora nato) degli inchiostri:

  • ciano
  • magenta (nome che compare  per la prima volta nelle norme dell’industria della stampa)
  • giallo

La misura è fatta sugli inchiostri stampati su una carta di riferimento, con spessori controllati.

L’istituto normativo germanico DIN adotta la raccomandazione nel 1971 con il numero DIN 16539 e con il nome Europäische Farbskala für den Offsetdruck (cioe “scala europea di colori per la stampa offset”): è l’atto di nascita di Euroscala. Questa norma è stata variamente indicata oltre che come Euroscala, anche come Europaskala, Euroskala, Euroscale, Scala Europa.

Nel 1974 la raccomandazione viene recepita anche dall’istituto di normativa italiano UNI con il numero UNI 7327-74 (Serie europea di inchiostri primari per offset) e nel 1975 da ISO con il numero ISO 2846 (Set of printing inks for offset printing, Colorimetric characteristics).

Nel 1980 la CEI pubblica un aggiornamento che specifica anche, per la prima volta, le coordinate L*a*b* basate su illuminante C. A questo punto la norma è inserita nella normativa di Germania, Danimarca, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Italia, Paesi Bassi, Austria, Svezia e Svizzera.


Storia moderna (dal 1997)

Negli anni 80 la parte normativa sugli inchiostri passa dal CEI al comitato tecnico TC 130 di ISO, il quale è a sua volta sostanzialmente diretto da FOGRA, l’istituto di ricerca tedesco che si occupa di arti grafiche, e che ha sede a Monaco di Baviera, in Germania.

Alla fine degli anni Ottanta ci si rese conto che i colori degli inchiostri di quadricromia erano cambiati e la vecchia norma Euroscala (basata su studi degli anni Sessanta) era diventata obsoleta e doveva essere sostituita.

Così nel 1997 ISO pubblica la nuova norma ISO 2846-1 (Colour and transparency of ink sets for four-colour-printing – Part 1: Sheet-fed and heat-set Web off set lithographic printing) attualmente in vigore. Questa norma internazionale cancella e sostituisce la vecchia Euroscala, che è andata in pensione appunto nel 1997 (nel 2002 in Germania).

La nuova norma 2846-1 è diversa da Euroscala per due principali motivi: (a) è una norma internazionale e non solo europea, e (b) riguarda gli inchiostri in sé, non la stampa degli inchiostri su vari tipi di carta.

Ancora oggi capita che molti stampatori europei affermino di stampare secondo Euroscala, ma non è chiaro se si riferiscono alla vecchia Euroscala o semplicemente chiamino così la nuova norma.

La stessa FOGRA ha dovuto ricordare agli stampatori, in un numero della sua newsletter del 2004,  che Euroscala è una norma cancellata.

FOGRA Extra no. 9 - 2004


Oggi

La norma ISO 2846-1 per gli inchiostri offset fa parte di una serie di norme che riguardano gli  inchiostri per le varie tecnologie di stampa, cioè la serie ISO 2846, divisa in queste parti:

  1. offset piana e rotativa a caldo (2006, rivista e confermata nel 2009);
  2. offset rotativa a freddo (2007, rivista e confermata nel 2010);
  3. rotocalco (2002, rivista e confermata nel 2012);
  4. serigrafia (2000, rivista e confermata nel 2011);
  5. flessografia (2005, rivista e confermata nel 2008).

Queste norme riguardano la colorimetria (in Lab D50) e la trasparenza degli inchiostri da stampa, misurate con fissate modalità (gli inchiostri vengono stesi su una carta di riferimento e misurati in determinate condizioni su substrate backing e sotto determinate luci).

Questi sono i dati di colorimetria per la ISO 2846-1:2006:

La verifica dei valori indicati nella norma ISO 2846-1 tipicamente non viene fatta dallo stampatore perché è molto complessa, dovendo utilizzare una speciale carta di riferimento sulla quale gli inchiostri vanno stesi in spessori ben definiti. Per questo motivo i valori specificati nella norma ISO 2846-1 sono usati in pratica solo nei contatti tra stampatori e fornitori di inchiostri, che devono garantire la conformità alla norma.

Altre norme sono previste per la colorimetria dei colori ottenuti dalla stampa degli inchiostri sui vari tipi di carta: quelle della serie ISO 12647.

 

Mauro Boscarol

13/12/2008 alle 21:48