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Il blog di Mauro Boscarol sulla gestione digitale del colore dal 1998

Nella serie X-Rite ColorChecker Passport

Passport: creare un profilo DNG con il software in dotazione

Il software in dotazione a ColorChecker Passport si scarica gratuitamente dal sito di X-Rite e funziona anche con un ColorChecker personale, ma si veda in in fondo a questo post per una discussione sulle caratteristiche spettrali di ColorChecker personali rispetto a quelli di X-Rite Passport.

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L’interfaccia dell’applicazione è molto semplice. Si può scegliere di creare un profilo dcp (DNG Camera Profile) per un unico illuminante oppure un profilo dcp con due illuminanti da interpolare.

Per questo review ho usato due fotografie scattate da Giuseppe Andretta di ColorConnection, che ringrazio.

ColorChecker Passport

Vanno scattate una/due foto del ColorChecker sotto uno/due illuminanti abbastanza diversi tra loro (idealmente luce ad incandescenza e luce del giorno un po’ all’ombra). Le foto vanno aperte in Camera Raw e salvate in DNG senza nessuna modifica (ma anche se ci sono modifiche non vengono considerate).

Nel caso di singolo illuminante, l’utility calcola automaticamente la cromaticità dell’illuminante stesso (nell’esempio qui sopra D55), la matrice ColorMatrix e una tavola HueSat (il tipo di tavola HSL che viene applicata all’inizio del processo di sviluppo Raw in Camera Raw e Lightroom) con hue twist e con 6 x 6 x 3 righe.

Nel caso di doppio illuminante, le cromaticità sono due, le matrici sono due e le tavole HueSat sono due.


Confronto tra profili creati da Adobe DNG Profile Editor e X-Rite Passport

Questa sono alcune valutazioni oggettive fatte sui profili creati con le due utility.

Con entrambe le utilities è possibile costruire un profilo per un singolo illuminante oppure un profilo per due illluminanti. In quest’ultimo caso l’applicazione (Camera Raw, Lightroom) calcolerà una interpolazione per l’illuminante scelto dall’utente con i cursori Temperatura e Tinta.

Adobe DNG Profile Editor

Per creare il profilo per un singolo illuminante si fotografa un ColorChecker sotto quell’illuminante; il profilo creato contiene:

  • una sola matrice ColorMatrix relativa a quel singolo illuminante;
  • una tavola di spostamenti HSL chiamata HueSat che viene applicata all’inizio del processo di sviluppo Raw e non può contenere hue twist (perché l’utility non consente di inserire hue twist).

Per creare il profilo per due illuminanti (che verranno interpolati) si fotografano due ColorChecker sotto due illuminanti fissi: A (cioè tungsteno) e D65; il profilo creato contiene:

  • due matrici ColorMatrix relative ai due illuminanti fissi A e D65;
  • due tavole di spostamenti HSL chiamate HueSat che vengono interpolate e la tabella risultante viene applicata all’inizio del processo di sviluppo e non può contenere hue twist.

Le matrici usate da Adobe sono state create nei laboratori di Adobe, sulla base di misure di ColorChecker che sono in possesso di Adobe stessa; quindi le matrici sono le stesse per ogni esemplare di fotocamera (di marca e modello dato). Queste matrici possono essere modificate dalle matrici di CameraCalibration che dipendono dal bilanciamento della singola immagine, e sono create da Camera Raw e Lightroom all’apertura della immagine e non vengono registrate nel profilo.

Le tavole HueSat create da DNG PE sono molto grandi e non contengono hue shift.

Il profilo risultante è di circa 100 K.

X-Rite ColorChecker Passport

Per creare il profilo per un singolo illuminante si fotografa un ColorChecker sotto quell’illuminante; il profilo creato contiene:

  • una sola matrice ColorMatrix relativa ad un singolo illuminante;
  • una tavola di spostamenti HSL chiamata HueSat che viene applicata all’inizio del processo di sviluppo Raw e contiene hue twist (perché l’utility le inserisce).

Per creare il profilo per due illuminanti (che verranno interpolati) si fotografano due ColorChecker sotto due illuminanti qualsiasi, con K non troppo vicini tra di loro; il profilo creato contiene:

  • due matrici ColorMatrix per i due illuminanti sotto i quali sono state scattate due fotografie di ColorChecker (e non per i due illuminanti fissi A e D65);
  • due tavole di spostamenti  HSL chiamate HueSat che vengono interpolate e la tabella risultanteviene applicata all’inizio del processo di sviluppo e contiene hue twist.

Le matrici usate da X-Rite sono costruite sulla base dei due ColorChecker fotografati dall’utente e per gli illuminanti usati. Queste matrici non possono essere modificate dalle matrici CameraCalibration.

Le tavole HueSat sono piccole e contengono hue shift.

Il profilo risultante è di circa 4 K.


I vari ColorChecker sono tutti uguali?

Una importante questione che è stata sollevata sulla creazione di profili DNG (sia con DNG PE che con Password) è che sono basati su valori spettrali di ColorChecker medi in possesso rispettivamente di Adobe e di X-Rite.

Tutttavia sarebbe interessante se fossero basati sui ColorChecker  personali degli utenti. Infatti è vero che normalmente i ColorChecker differiscono tra di loro di poco, però differiscono, e poter usare valori personali aumenterebbe la precisione di conversione.

Per vedere quanto differisce il mio ColorChecker da quello di Passport ho confrontato i 24 spettri usati da X-Rite Passport con gli analoghi del mio ColorChecker e sono risultati abbastanza simili. Per esempio per la tacca Magenta (penultima della terza riga del ColorChecker) ha questi andamenti rispettivamente sul ColorChecker di X-Rite e sul mio:

spettri_magenta

Il caso peggiore è la tacca Light Skin (la seconda della prima riga del ColorChecker) per la quale i due spettri sono questi:

spettri_lightskin

La parte di spettro sulle onde lunghe di X-Rite è sempre un pò più alta rispetto al mio ColorChecker (cioè i dati di Passport dicono che le tacche riflettono un po’ di più verso i rossi, rispetto al mio ColorChecker).

Dal punto di vista colorimetrico, il deltaE94 medio è inferiore a 1, quindi molto buono.

La patch più diversa è il blu con un deltaE94 = 3.34, deltaE2000 = 2.87 e differenza di angolo di tinta 4.5° (vedi screenshot qui sotto) e questo non è buono.

Confronto tra il mio ColorChecker e quello medio di X-Rite

Tuttavia il deltaE94 massimo successivo è il ciano con deltaE94 = 1.66 (quindi il blu è proprio una eccezione).

Tutto sommato questo significa che posso usare il mio ColorChecker al posto di quello che arriva in bundle con l’utility.

Immagino che gli spettri Passport siano stati misurati sui ColorChecker che vengono venduti in bundle con il programma e quindi le differenze da esemplare a esemplare probabilmente saranno ancora minori e dunque più che accettabili.

In pratica questo significa che il ColorChecker fornito in bundle molto probabilmente (come è ovvio aspettarsi) va ancora meglio del mio personale, il quale va già bene.

Attendiamo di fare qualche esperimento per mettere a confronto la resa dei profili creati con DNG Profile editor con quelli creati con X-Rite ColorChecker Passport.

 

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Mauro Boscarol

17/9/2009 alle 00:57

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8 commenti

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  1. Salve, sto facendo delle prove col software x-rite, possiedo già un colorchecker. Da quanto ho capito il software non richiede due illuminanti fissi A e D65 come l’Adobe DNG Profile Editor, ma come fa a conoscere sotto quali illuminanti sono state scattate le due fotografie? Dai dati exif dello scatto, ovvero dalle impostazioni del bilanciamento del bianco della fotocamera?
    Giulio

    P.S. Sono diversi anni che leggo i sui articoli, grazie per le preziose informazioni

    giulio.nicolucci

    3/10/09 alle 16:53

  2. Dai dati Exif direi proprio di no, perché non c’è nessuna garanzia che sia una informazione precisa. La stessa cosa vale per il bilanciamento del bianco in fotocamera.

    Non lo so come fanno, perché X-Rite non pubblica i dettagli dell’applicazione, ma immagino da una delle (o da tutte le) tacche grigie con un algoritmo che converte i numeri RGB Raw della tacca nelle sue coordinate di cromaticità.

    Mauro Boscarol

    3/10/09 alle 18:40

  3. A conferma di ciò ho creato un profilo con illuminante doppio (A e D75) con ColorChecker Passport, impostando sulla fotocamera il bilanciamento del bianco in modo sbagliato appositamente per vedere come il software si sarebbe comportato.
    Ho misurato la luce con l’Eye-one per essere sicuro di avere 2 scatti con valori il più possibile vicino ai 2 illuminanti.
    Ho poi creato poi il profilo con i due DNG, i dati exif del profilo.dcp riportano esattamente:

    CalibrationIlluminant1 : Standard Light A
    CalibrationIlluminant2 : D75

    Il profilo quindi da questo punto di vista è corretto, a occhio in Lightroom mi sembra buono, meglio sicuramente di quello standard, anche se non conosco altri modi per giudicarne la qualità.

    Saluti, Giulio

    giulio.nicolucci

    5/10/09 alle 20:57

  4. Ciao Mauro

    Sono Andrea Filice, Come Stai, spero molto bene.

    Ti vorrei fare una domanda?

    Il Profilo colore (ICC) di una macchina fotografica (Es. CANON 5D)
    realizzato con Profile Maker, può aumentare la qualità dell’immagine
    (nitidezza) e se si in che percentuale.

    Il “Profilo colore” (dcp), che profilo colore non è, di una macchina
    fotografica (Es. CANON 5D) realizzato con DNG PROFILE, e usato con
    Camera RAW 5, può aumentare la qualità dell’immagine (nitidezza) e se
    si in che percentuale.

    AndreaFilice

    16/10/09 alle 13:11

  5. Salve,
    ho provato a creare un profilo doppio illuminante con un Passport appena comprato ma non sono per nulla soddisfatto del risultato.
    Il risultato sulle immagini del colorchecker è piuttosto buono ma non posso dire la stessa cosa quando utilizzo il profilo in situazioni reali.
    Forse sbaglio le condizioni di scatto e queste influiscono sul risultato finale?
    Ho scattato in una stanza buia con il colorchecker illuminato da:
    A= lampadina a incandescenza da 100W montata su portalampada senza cupola
    D65= Philips td-l graphica/965 su portaneon bianco
    Dove posso trovare una miniguida per vedere se commetto qualche errore?

    Saluti, Alessandro

    ghinaz

    26/3/10 alle 18:42

  6. E’ meglio porre domande che non sono semplici commenti sul forum

    http://www.boscarol.com/forum

    Grazie.

    Mauro Boscarol

    28/3/10 alle 13:29

  7. Ciao Mauro,

    ho notato che in Windows XP nella cartella
    C:\Programmi\X-Rite\ColorChecker Passport\win\Reference

    c’è il file di riferimento standard del colorchecker che usa l’utility X-Rite Passport

    L’ho aperto con Excel con un drag and drop, e ho visto che contiene semplicemente i valori spettrali delle 24 tacche
    Così ho aperto la misura del mio colorchecker, ho fatto un copia/incolla di questi valori nel file di riferimento standard e ho salvato

    E’ un modo semplice per utilizzare la misura del proprio colorchecker nella creazione del profilo DNG

    Comunque, la differenza tra i due profili creati (con il file di riferimento standard e con la misura) nel mio caso è davvero al limite della visibilità: solo la tacca ciano varia di una quantità minima

    Ciao

    AlbertoM

    15/8/10 alle 17:15

  8. Sì, se ne era già parlato nel forum un anno fa

    http://www.boscarol.com/forum/viewtopic.php?f=58&t=145&start=20&hilit=xrite+passport

    La tua prova conferma la tesi che Adobe ha sempre sostenuto e cioè che non è necessario avere i dati spettrali delle tacche del proprio ColorChecker perché le differenze “sono sotto la grana del pixel” come dice Thomas Knoll.

    Però c’è anche la scuola contraria, il cui capofila qui da noi è Marco Noldin.

    (se vuoi continuare la discussione è più pratico usare il forum).

    Ciao, grazie.

    Mauro

    Mauro Boscarol

    15/8/10 alle 17:28

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