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Il blog di Mauro Boscarol sulla gestione digitale del colore dal 1998

Nella serie La vertigine della lista

La fine dei protagonisti

Dopo di che si reclina comodamente in poltrona. Ormai non soffre più. Anzi è così tranquillo che Ottilie non si accorge nemmeno che è già morto. È la stessa ora in cui è nato: poco dopo mezzogiorno. Quattro giorni dopo, il 26 marzo, la sua salma viene deposta nel sepolcro dei granduchi di Weimar. Sono già ad attenderlo due amici: Carl August e Schiller.
−Italo Alighiero Chiusano Vita di Goethe

Passarono alcuni minuti prima che qualcuno accorresse in aiuto del poeta che s’era accasciato su un fianco. Lo portarono in camera sua. E il giorno stesso il mondo apprese con reverente commozione la notizia della sua morte.
−Thomas Mann La morte a Venezia

Come Tommaso rifù nel suo lettino, gli sembrò quasi di stare un po’ meglio. In fondo in fondo ancora non l’avevano benedetto: da qualche ora la tosse gli si era fermata, e aveva pure chiesto alla madre un po’ di quella marsala che gli aveva portato Irene. Ma poi, come diventò notte, si sentì peggio, sempre di più: gli prese un nuovo intaso di sangue, tossì, tossì, senza più rifiatare, e addio Tommaso.
−Pier Paolo Pasolini Una vita violenta

Una martire non soffrì mai simili torture, a giudicare dai gridi che ella mandava. Due o tre volte si è rizzata in piedi sul letto, quasi a riafferrare la vita che risaliva a Dio. Due o tre volte ha anche pronunciato il vostro nome, poi silenzio, ed è ricaduta esausta sul letto. Tante lacrime colavano dai suo occhi. E così è morta.
−Alexandre Dumas La signora delle camelie

Detto questo si gettò dalla finestra della cabina sulla zattera di ghiaccio che stava accanto al vascello. Presto fu portato via dalle onde, e si perse lontano, nelle tenebre.
−Mary Shelley Frankenstein

E lui attacca, la nota ferma, seguita con necessità e precisione dalle altre, nell’antico concerto che dice la rassegnata disperazione per la morte di un uomo, e forse di una città, e forse anche di tutto ciò che è già vissuto abbastanza.
−Giuseppe Berto Anonimo veneziano

L’altro scheletro che teneva il primo strettamente abbracciato, era quello di un uomo. Si notò che aveva la colonna vertebrale deviata, la testa nelle scapole, e una gamba più corta dell’altra. Non aveva comunque nessuna rottura  delle vertebre della nuca, ed era evidente che non era stato impiccato. Dunque l’uomo al quale era appartenuto era andato là, e vi era morto. Quando cercarono di staccarlo dallo scheletro che abbracciava, cadde in polvere.
−Victor Hugo Notre-Dame de Paris

Verso le undici di notte lo fece seppellire nel posto da lui prescelto. Il vecchio seguì il feretro con i figli, Alberto non ne ebbe la forza. Si temeva per la vita di Lotte. Artigiani lo portarono, nessun prete lo accompagnò.
−Wolfgang Goethe I dolori del giovane Werther

Si sollevò, vinta dallo spavento, per guardare il viso di lui. Era disteso, impassibile, inanimato, indifferente ad ogni miseria, reso quieto improvvisamente dall’Eterno Oblio.
−Guy de Maupassant Forte come la morte

La vita, pensa, se ancora ha la forza e la volontà di farlo, non è stata che un’interminabile vanità. “Delirio” sentono che mormora. E la testa, il volto che ha preso “quell’atteggiamento arguto e pensoso che gli era famigliarissimo”, sprofonda lentamente nel Regno che ha sognato.
−Ferruccio Ulivi  Manzoni

Ma Alan Turing non sarebbe riuscito a fare come gli altri: non avrebbe partecipato, come pure avrebbe voluto, a quello spirito di quotidiana anarchia. Molto meno libero di quanto appariva agli altri, in realtà stava camminando anche lui sull’ultima spiaggia della vita. Un anno dopo, la sera del 7 giugno 1954, Alan si uccise.
−Andrew Hodges  Storia di un enigma. Vita di Alan Turing

 

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Mauro Boscarol

21/8/2011 alle 00:20

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