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Il blog di Mauro Boscarol sulla gestione digitale del colore dal 1998

Nella serie Spazi RGB celebri

Dettagli sul concetto di spazio colore RGB standard

Uno spazio colore RGB standard è uno spazio colore basato sulla modalità RGB che:

  • è stato progettato “a tavolino”, cioè non è lo spazio di qualche periferica reale (e per questo non ha alcun “difetto” che invece si potrebbe riscontrare nello spazio RGB di una periferica reale);
  • la funzione di conversione da numeri del modello a coordinate colorimetriche è descritta in modo sintetico, cioè con una formula (e se c’è una formula si può costruire anche una tabella limitata).

Non si tratta dunque dello spazio colore di un particolare monitor, scanner, fotocamera o periferica di stampa. Si può invece pensare ad uno spazio RGB standard come lo spazio di una periferica “ideale”, tipicamente di un monitor “ideale”. Gli spazi di periferica non sono adatti per usi generali ma solo per la conversione iniziale e finale del flusso di lavoro.

In generale, i parametri di uno spazio colore RGB, e dunque anche di uno spazio RGB standard, sono i seguenti:

  • le due coordinate di cromaticità x, y per ognuno dei tre colori primari R, G e B (cioè tre punti nel diagramma delle cromaticità);
  • le due coordinate di cromaticità x, y del punto bianco (cioè un punto nel diagramma delle cromaticità);
  • le tre funzioni di trasferimento tonale (TRC, tone response curve, talvolta detta “gamma”) una per ognuno dei tre colori primari R, G e B.

Il progettista dello spazio RGB standard fissa questi parametri arbitrariamente, per ottenere uno spazio che abbia determinate caratteristiche. Fissati i parametri si può scrivere una formula che per ogni combinazione RGB nello spazio fornisce le coordinate colorimetriche (XYZ, Yxy, Lab e derivate) del colore risultante (un calcolatore Java che esegue questo calcolo si trova nel sito di Bruce Lindbloom).

Uno spazio RGB standard è senza “difetti” perché viene progettato in modo tale che:

  • il nero (R = G = B = 0) corrisponda alle coordinate colorimetriche X = Y = Z = 0; da notare che in uno spazio di periferica reale questo non è mai vero, il nero assoluto nella pratica non esiste;
  • l’asse dei grigi sia “bilanciato”, cioè il colore corrispondente a R = G = B sia un grigio puro, il che significa che tutti questi colori stanno sull’asse che congiunge il nero con il bianco dello spazio RGB (vedi le immagini qui sotto: a sinistra un asse dei grigi non bilanciato, a destra uno bilanciato); si noti che lo spazio RGB di una periferica reale raramente ha l’asse dei grigi perfettamente bilanciato;
  • la funzione di trasferimento tonale sia la stessa per i tre primari R, G e B.

Le altre caratteristiche dipendono dall’uso per cui lo spazio è stato progettato. Alcuni spazi sono stati progettati per l’archiviazione di immagini, altri per la normalizzazione e l’interscambio di dati, altri per la correzione del colore, altri ancora per contenere determinate famiglie di gamut (per esempio i colori prodotti con macchine da stampa industriali, con pellicole fotografiche negative, con monitor CRT, con stampanti desktop, oppure i colori di un dato insieme di tessuti, o di materiali plastici, ecc.).

 

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Mauro Boscarol

5/8/2008 alle 11:58

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