Monitor: CRT o LCD?
Articolo scritto per il numero 10/2007 di Print Buyer.
Tra tutte le periferiche, il monitor è la periferica “centrale”, quella sulla quale giudichiamo il colore che arriva per esempio da una fotocamera o da uno scanner e che poi desideriamo stampare su normali stampanti a getto d’inchiostro o su macchine da stampa offset.
E per quanto riguarda i monitor, siamo in un periodo di transizione. I monitor CRT, quelli con il tubo a raggi catodici, grossi ed ingombranti stanno vivendo gli ultimi momenti della loro centennale carriera. Tutti sanno che nel 1909 Guglielmo Marconi vinse il premio Nobel per la fisica. Ma pochi ricordano che, oltre a lui, il premio andò anche ad un fisico tedesco, Karl Ferdinand Braun, che aveva costruito nel 1897 il primo tubo a raggi catodici. Dunque la tecnologia CRT (che in Germania chiamano ancora tubo di Braun) ha compiuto cento anni nel 1997 dopo aver avuto un grande sviluppo negli anni 1950-1970, gli anni della televisione. Per quasi tutto il secolo scorso è rimasta l’unica tecnologia di monitor disponibile.
Ora i tempi sono cambiati e la tecnologia del tubo a raggi catodici è stata recentemente raggiunta e superata, in termini di qualità, prestazioni, economicità, dalla tecnologia LCD, cioè dalla tecnologia dei monitor a cristalli liquidi, sottili e leggeri, oggi predominante per i lavori di computer grafica, di fotoritocco e di impaginazione. Il 2004 è stato l’anno del sorpasso per quanto riguarda le unità vendute, e attualmente la produzione di monitor CRT a colori per la computer grafica è in forte diminuzione. Alcuni produttori (tra i quali Sony, Apple, Eizo, NEC, Samsung) non li hanno già più in listino.
Cosa sono i cristalli liquidi? A scuola ci hanno insegnato che la materia può essere solida, liquida o gassosa. In realtà esistono molti altri “stati” della materia, uno dei quali è uno stato intermedio tra il solido e il liquido. I cristalli liquidi, scoperti nel 1888 dal botanico austriaco Friedrich Reinitzer, sono composti organici che si trovano in questo stato intermedio e che hanno sia proprietà dei liquidi sia proprietà dei cristalli: come i liquidi possono essere versati, ma come i cristalli mantengono una struttura molecolare ordinata. I primi esperimenti per realizzare monitor a cristalli liquidi sono stati fatti dalla RCA nel 1968, ma è solo dall’inizio del 21º secolo (cioè più o meno dal 2000) che i monitor LCD a colori sono diventati economicamente accessibili a tutti e in questi ultimi hanno hanno fatto passi da gigante per quanto riguarda la qualità.
Se dobbiamo comperare oggi un monitor per lavori di grafica, stampa e prestampa cosa conviene? Sicuramente un buon monitor LCD, cioè a cristalli liquidi. Si sente talvolta dire che i monitor CRT, con tubo a raggi catodici, sono rimasti i migliori, ma non è vero. Poteva essere vero 5 o 6 anni fa, ma oggi non è più così.
Solo per un paio di aspetti il monitor CRT sorpassa ancora quello LCD. Primo, il nero di un LCD non è così nero come il nero di un CRT. Intendiamoci, parliamo di differenze minime, che solo un occhio attento ed esperto può individuare, però con un CRT si possono raggiungere dei neri più profondi. Secondo, a causa della complessità di costruzione, la probabilità che un monitor LCD abbia un pixel che non funziona bene, un pixel guasto o spento, è maggiore rispetto ai monitor CRT.
Per tutto il resto, non c’è storia. Oggi, rispetto ad un CRT, un buon monitor LCD a colori pesa meno, consuma meno, ingombra meno, è più luminoso, è più resistente alle interferenze magnetiche, ha minori (o nulle) emissioni elettromagnetiche, è esente da sfarfallio (flicker), non ha distorsioni alla risoluzione nativa, si può guardare da qualunque angolo. Ma soprattutto, può produrre un numero almeno uguale (e talvolta superiore) di colori rispetto ad un old fashioned monitor CRT.