colore digitale blog

Il blog di Mauro Boscarol sulla gestione digitale del colore dal 1998

Nella serie Storia della gestione colore in Photoshop

Photoshop 2 (giugno 1991) e 2.5 (febbraio 1993)

La seconda versione di Photoshop, anche questa solo per Macintosh, esce quasi contemporaneamente al System 7, il nuovo sistema operativo di Macintosh. Supporta il sistema 6.0.4 e successivi e costa $895. In dicembre 1991 viene pubblicato l’aggiornamento alla versione 2.0.1 (supporta Macintosh Quadra, comprende ATM, apre e salva in JPEG).

Dal punto di vista del colore e dintorni nella versione 2 ci sono queste novità:

  • sono supportate le multitonalità (duotone, tritone, quadritone):

Photoshop 2

  • le immagini in modalità CMYK possono essere aperte, salvate, visualizzate e modificate anche in composito;
  • compare il comando Preview CMYK, l’antenato della soft proof;
  • nel Color Picker compare un pulsante Custom per i colori spot, tra i quali sono presenti i colori Pantone definiti mediante valori CMYK;
  • viene ridefinito il formato grafico nativo Photoshop 2.0 (supportato ancora oggi in Photoshop):
  • compare la penna per i tracciati vettoriali;
  • sono supportati i filtri e i plug-in di terze parti.

Nel febbraio 1993, oltre alla versione Macintosh, esce la prima versione di Photoshop per Windows 3.0.1. Costa $895. È la versione 2.5, che avrebbe dovuto essere una versione “maggiore” (cioè la 3) ma per qualche motivo il marketing di Adobe decise di farla uscire come versione minore, la 2.5 appunto.

Nel luglio dello stesso anno 1993 esce invece la versione 2.5.1 per Macintosh, di cui questo è il Color Picker:

Photoshop 2.5.1 Mac eng

Le novità della versione 2.5 sono:

  • supporta per la prima volta la modalità (e spazio colore) Lab; è possibile creare, editare, aprire e salvare immagini in Lab:

Photoshop 2.5.1

  • non sono più supportate le modalità HSL e HSB:

ph2-mode1

  • supporta 16 bit per canale (oltre agli 8 bit supportati nelle versioni precedenti);
  • compare il comando Variations (correzione colore);
  • compare la QuickMask (un canale temporaneo per modificare selezioni con il pennello).

Photoshop 2.5 ha un color management system interno limitato ma abbastanza flessibile basato su Lab e che utilizza profili proprietari chiamati “Photoshop Tables” (che vanno da Lab a CMYK e viceversa). Questo sistema verrà mantenuto fino alla versione 4.

Le impostazioni di gestione colore (sia su Mac che su Win) sono raggruppate in quattro comandi del menù File > PreferencesMonitor SetupPrinting Inks SetupSeparation SetupSeparation Tables:

ph2-coloman

Nella finestra Monitor Setup viene selezionato il monitor, che si può scegliere da una lista predefinita, oppure impostando valori personali.  Lo spazio RGB del monitor è utilizzato come spazio di lavoro (cioè come spazio RGB di default per le immagini RGB) e viene usato per la conversione da RGB a Lab e viceversa:

È anche possibile indicare valori personali del gamma, e delle cromaticità del punto bianco e dei primari RGB (che a quel tempo sono le cromaticità dei fosfòri):

Photoshop 2.5.1 Mac eng

Per la calibrazione manuale del monitor (cioè per impostare il gamma e il punto bianco del monitor “ad occhio”) viene fornito Gamma (dello stesso autore di Photoshop, Thomas Knoll) che su Macintosh è un pannello di controllo stand-alone, su Windows è built-in in Monitor Setup (Calibrate):

Gamma Knoll

I numeri delle immagini RGB sono trasmessi direttamente al monitor, cioè Photoshop 2 non supporta la compensazione monitor.

La conversione in quadricromia di una immagine RGB viene fatta usando le impostazioni di Monitor Setup (per il calcolo da RGB a Lab) e le impostazioni di Printing Inks e Separation (per la conversione da Lab a CMYK).

Nella finestra Printing Inks Setup viene indicata una condizione di stampa che si può scegliere da un lista predefinita. Si indica anche il dot gain degli inchiostri, così come vengono stampati sulla carta prescelta. Questi parametri sono utilizzati per la conversione da Lab a CMY e viceversa:

Photoshop 2.5.1 Mac eng

È anche possibile inserire i valori di inchiostri personali dei quali devono essere indicate le coordinate colorimetriche Yxy dei colori pieni e della carta:

Photoshop 2.5.1 Mac eng

Nella finestra Separation Setup sono invece definiti i parametri di generazione del nero, necessari per la conversione da CMY a CMYK:

Photoshop 2.5.1 Mac eng

Infine le Separation Tables consentono di combinare (e bypassare) i parametri di Printing Inks e di Separation Setup creando un’unica tavola di trasformazione da RGB a CMYK e viceversa.

Photoshop 2.5.1 Mac eng

Su Mac è possibile creare queste tavole con ColorSync, scegliendo la stampante e il “gamut clipping” cioè l’intento di rendering:

Photoshop 2.5.1 Mac eng

Alternativamente queste tavole si possono creare con applicazioni esterne (per esempio EFICOLOR Works, Color Access).

In definitiva la conversione da CMYK a RGB per la visualizzazione delle immagini CMYK viene fatta usando le impostazioni di Printing Ink Setup (da CMYK a Lab) e le impostazioni di Monitor Setup (da Lab a RGB).

Monitor Setup dunque influisce sulla visualizzazione delle immagini CMYK, non di quelle RGB. Si crea dunque una strana situazione, difficile da comprendere da parte degli utilizzatori, per cui le impostazioni di Monitor Setup riguardano in realtà la modalità CMYK.

Nel marzo 1994 Adobe pubblica un plug-in gratuito per accelerare Photoshop 2.5.1 sui Macintosh con processore PowerPC.

Escono in quegli anni alcuni libri su Photoshop 2 e 2.5:

Altre informazioni tecniche sul sistema di gestione colore si trovano in Understanding digital color di Phil Green pubblicato da GATF (1ª ed. 1995, ª ed. 1999) nel capitolo “Color Separation”.

 

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Mauro Boscarol

29/9/2008 alle 14:56

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