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Il blog di Mauro Boscarol sulla gestione digitale del colore dal 1998

Nella serie Libri sul colore

Luce colore visione di Andrea Frova

L’edizione che ho io (nella fotografia) è quella originale che gli Editori Riuniti hanno pubblicato nel 1984. Ora il libro è riproposto da Rizzoli, in una edizione con diversa copertina pubblicata nel 2000.

Frova, Luce colore visione

L’autore è docente di fisica alla Sapienza di Roma e il libro è un libro di fisica, ma non per specialisti. Chi si interessa di colore troverà tutta la storia sul dilemma della natura della luce (sono onde? sono particelle? esiste l’etere? cos’è un campo elettromagnetico?) e altro materiale sulla fisica del colore, sulla percezione e addirittura sull’estetica del colore.

Il libro è simpatico e piacevole, la parte di fisica è ovviamente scritta bene e correttamente, la parte sul colore è da leggere come una storia, piuttosto che una trattazione sistematica, una specie di romanzo con spunti interessanti e divertenti.

È stato uno dei primi libri sul colore che ho letto, oltre vent’anni fa. Come prima lettura è andata benissimo, poi ho cercato qualcosa di più specialistico.

Curiose un paio di citazioni che l’autore fa del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein (1889-1951). Negli ultimi anni della sua vita Wittgenstein aveva raccolto una serie di pensieri (filosofici) sul colore poi pubblicati con il titolo Osservazioni sui colori da Einaudi. Citando questo testo in bibliografia, Frova lo commenta un po’ acidamente con la frase

Pensieri di un filosofo contemporaneo dettati dall’assenza di una base scientifica.

e ancora, in una nota a pag. 86 lo maltratta così

Il perché un oggetto incolore non possa essere nel contempo bianco e trasparente – e altre simili questioni – ha ispirato degli inutili pensieri a un rispettabile filosofo moderno (L. Wittgenstein, Osservazioni sui colori). È un esempio di come sia difficile, senza una base scientifica, porre dei problemi genuini.

Beh, ci è andato giù duro, povero Wittgenstein. Pensare che da giovane aveva studiato ingegneria meccanica e aveva fatto ricerca in aeronautica, e poi insegnava anche matematica (alle elementari, è vero, ma aveva anche stretti rapporti con Bertrand Russell). Proprio privo di basi scientifiche non doveva essere.

La mia edizione Editori Riuniti del 1984 (foto) ha 196 pagine, la nuova edizione Rizzoli 264 pagine.

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Mauro Boscarol

30/3/2009 alle 14:49

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