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Il blog di Mauro Boscarol sulla gestione digitale del colore dal 1998

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Colore in fotografia digitale

I formati fotografici Raw

Se il fotografo ha impostato la fotocamera in modo che i dati digitali Raw dell’immagine vengano lavorati internamente alla fotocamera, questi vengono trattati secondo le opzioni impostate dal fotografo nel menù della fotocamera e successivamente salvati in memoria in formato TIFF o JPEG più o meno compresso.

Se invece il fotografo ha impostato la fotocamera in modo che non venga fatta nessuna elaborazione interna sui dati digitali Raw (non tutte le fotocamere lo consentono), questi vengono salvati in memoria così come sono stati catturati. Successivamente vengono trasferiti nel computer ed elaborati mediante qualche Raw converter esterno, cioè una applicazione specializzata a trattare dati fotografici digitali Raw.

Si può generalizzare dicendo che i dati Raw vengono sempre elaborati da un Raw converter, e questo Raw converter può risiedere nella fotocamera stessa (l’utente non può sceglierlo, lo può configurare, ma per il resto è inaccessibile) oppure può risiedere in un computer esterno (e allora è l’utente a sceglierlo e a controllarlo).

Se i dati digitali Raw vengono salvati nella memoria della fotocamera per l’elaborazione successiva, vengono salvati in un formato proprietario, che comprende i dati dell’immagine vera e propria (in forma compressa o non compressa e criptata o non criptata) più numerosi metadati (per esempio i valori di esposizione, la data di scatto e molti altri).

L’elaborazione esterna dei dati digitali Raw è considerata il miglior flusso di lavoro in fotografia digitale. I dati digitali Raw consentono infatti di mantenere il massimo livello di qualità che la camera digitale può fornire e quindi di arrivare ai migliori risultati. Questo perché i dati digitali Raw:

  • consentono di applicare all’immagine le correzioni più adeguate, decise dal fotografo invece che dalla fotocamera;
  • consentono di elaborare le immagini utilizzando la maggior potenza del computer (rispetto a quella della fotocamera);
  • se sono compressi, lo sono con algoritmi lossless;
  • sono esattamente i dati catturati dalla fotocamera, alla profondità di bit del sensore (di solito 12 o 14 bit) e offrono maggiore flessibilità per gli interventi riguardanti la tonalità e la compensazione dei colori; Jpeg offre solo 8 bit;
  • consentono di lavorare con dati di luminanza (come si dice, lineari) permettendo di applicare algoritmi più efficaci (per gli esperti, la matematica dei dati Raw è lineare); per esempio il bilanciamento del bianco, in Raw si può regolare perfettamente, in Jpeg è problematico;
  • non vengono mai modificati dalle applicazioni, rimangono in archivio e si possono interpretare in vari modi, con impostazioni diverse anche molto tempo dopo (magari con un Raw converter migliore uscito nel frattempo), e partendo sempre dall’immagine originale (read only).

Naturalmente c’è anche qualche svantaggio: i dati Raw richiedono più tempo per il salvataggio in memoria ed occupano più spazio di un JPEG (ma meno di un TIFF). In sintesi, se si privilegia la qualità conviene usare i dati Raw con un Raw converter, se si privilegia la velocità e la dimensione del file (piccola) meglio far fare tutto alla fotocamera ed ottenere dati JPEG più o meno compressi ad 8 bit.

Diversi produttori usano formati Raw diversi le cui specifiche non sono quasi mai pubblicamente disponibili. Ognuno di questi formati contiene almeno due cose: i dati Raw dell’immagine  (eventualmente compressi e/o criptati) e una serie di tag Exif. Ecco le estensioni di alcuni formati Raw proprietari:

  • Canon: CRW (fino al 2004, Canon RaW), CR2 (dal 2004 con le varianti sRaw, sRaw1, sRaw2)
  • Epson: ERW (Epson RaW), ERF (Epson Raw Format)
  • Fuji: RAF (RAw Format)
  • Hasselblad: FFF
  • Kodak: DCR (Digital Camera Raw)
  • Leaf: MOS
  • Leica: RWL
  • Mamiya: MEF
  • Minolta: MRW (Minolta RaW)
  • Nikon: NEF (Nikon Electronic Format), NRW (compatibile solo con Windows Imaging Component)
  • Olympus: ORF (Olympus Raw Format)
  • Panasonic: RAW, RW2
  • Pentax: PTX, PEF
  • Sigma: X3F
  • Sony: ARW, SRF, SR2

Oltre ai formati proprietari qui sopra elencati, esiste un formato Raw non proprietario, il formato DNG (Digital Negative) sviluppato e proposto da Adobe.

Dettagli tecnici sul contenuto dei formati Raw si possono trovare nella pagina Formats d’image – RAW (in francese). Altri dettagli sui formati CR2, sRaw, sRaw1, sRaw2 si trovano nella pagina Understanding What is stored in a Canon RAW .CR2 file. Dettagli sul formato NEF in Nikon Electronic File (NEF) file format description.

Curiosità

Alla fine di aprile 2005 Juergen Specht lanciò l’organizzazione OpenRaw per spingere i costruttori di fotocamera a pubblicare i loro formati Raw. Il motto era Digital Image Preservation Through Open Documentation. Durante la prima parte del 2006 OpenRaw organizzò una inchiesta tra i fotografi alla quale risposero circa 19000 persone. OpenRaw intendeva usare questi risultati nella sua campagna per la pubblicazione dei formati Raw.

In quel periodo OpenRaw era molto visibile, e avrebbe potuto spingere i produttori ad usare DNG, allora l’unico formato aperto. Ma per vari motivi (ignoranza, antipatia) non lo fece e iniziò invece una battaglia mediatica contro DNG.

www.openraw.org

A quel punto OpenRaw iniziò a perdere consenso e attualmente la sua attività è ridotta al minimo. Una analisi dettagliata della vicenda OpenRaw si trova nel sito di Barry Pearson.

Nel prossimo post vediamo i metadati Exif, e nel successivo parliamo del formato DNG.

Mauro Boscarol

21/8/2008 alle 00:01

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