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Purple non è porpora, è un falso amico

I “falsi amici” sono parole di un’altra lingua che appaiono scritte in modo quasi identico e ricorrono in contesti simili, ma non hanno lo stesso significato. Per i traduttori, i falsi amici sono tranelli sempre in agguato.

Per esempio la parola inglese eventually è un classico falso amico per un italiano. Infatti sembra traducibile con “eventualmente”, mentre significa “alla fine”. When he eventually passed he was forty non significa “quando eventualmente morì aveva quarant’anni” ma “quando alla fine morì aveva quarant’anni”.

Il nome purple (inglese) è un falso amico. Sembrerebbe poterlo tradurre con “porpora” ma in realtà significa “viola”. Scrive Carlo Rossetti in I tranelli dell’inglese alla voce purple:

È un tranello, per così dire, esemplare, infatti in una frase come she wore a purple dress niente mette in guardia il traduttore contro la facile tentazione di tradurre “portava una veste color porpora”. E a questa tentazione cedono molti, tutti quelli che non sanno … che in inglese purple significa viola, violaceo mentre per noi il color porpora è lo scarlatto, il rosso (le labbra porporine cantate da tanti poeti non erano certo violacee).

Nel vocabolario italiano il nome “porpora” esiste, ma si tratta un particolare rosso. “Elevare alla porpora” significa diventare cardinale della chiesa cattolica, dal colore dell’abito cardinalizio che è di un rosso vivo, rosso scarlatto, rosso cardinale appunto (qui sotto a sinistra). Nulla a che fare con il viola, quelli sono i vescovi (qui sotto a destra).

Come sostanza colorante, la porpora ha una lunga storia. Deriva da uno speciale prodotto di secrezione di certi molluschi gasteropodi. I Fenici se ne servivano per conferire alle stoffe il prezioso caratteristico colore e lo commercializzavano in tutto il mar Mediterraneo. È citata persino nella Bibbia: nell’Esodo appare in 34 versetti, il primo dei quali è il 25,4

Ed ecco  che cosa raccoglierete da loro come contributo: oro, argento e rame, porpora viola e porpora rossa, scarlatto, bisso e di pelo di capra…

Era il solo colorante che teneva bene, non sbiadiva, non cambiava con il tempo. Scrive Lepschy che

le stoffe colorate con la porpora apparivano di vari colori, da un rosso più cupo e tendente al violetto … al rosso vivo; forse di ciò erano causa differenze di lavorazione, forse differenze di molluschi utilizzati, forse differenze di zona geografica.

Erano i ricchi e  i potenti ad indossare abiti tinti con la porpora perché la preparazione del colorante era molto costosa. Presso gli antichi Romani era il simbolo dell’ordine senatorio ed equestre; più tardi dei sovrani, specie bizantini, oggi della dignità cardinalizia (porporato è sinonimo di cardinale).

La tintura di porpora muore con il tramonto della civiltà bizantina nel XV secolo (vedi Lepschy) ma il suo nome resta vivo nelle lingue europee (italiano porpora, inglese purple, tedesco Purpur, francese pourpre, spagnolo púrpura) pur acquisendo valori cromatici diversi da lingua a lingua.


Il nome “porpora” nei vocabolari

Nell’Oxford English Reader’s Dictionarypurple è definito come colour of red and blue mixed togheter (rosso e blu mescolati assieme) quindi inequivocabilmente viola, e così affermano molti  altri dizionari.

C’è da dire (vedi Rossetti) che anche in inglese si dice raised to the purple (elevato alla porpora) usando il termine purple con un significato inconsueto a quello normale in inglese (viola) ma si tratta di una interpretazione del colore insolita. E poi ci sono alcuni modi di dire: to be born in the purple mentre da noi si dice “essere di sangue blu”.

Sul lato italiano la situazione è meno sicura ma la maggior parte dei dizionari della lingua italiana descrivono il colore porpora come “rosso vivo”.

Nel Devoto-Oli, porpora è un colore rosso intenso (“al tramonto il cielo era di porpora”). In patologia è una sindrome caratterizzata dalla formazione di macchie emorragiche di colore rosso vivo.

Nello Zingarelli, porpora è colore vermiglio (“farsi di porpora” è sinonimo di “arrossire violentemente”).

Quindi si può concludere che purple = viola, anche se alcuni dizionari definiscono porpora come “rosso violaceo” o “viola rossastro”. Probabilmente su queste ultime definizioni hanno influito gli usi e le traduzioni della parola inglese purple.


Porpora su web

Recentemente con la comparsa dei personal computer e di Internet, tutti di provenienza nordamericana e quindi di lingua inglese, la soglia di attenzione sui falsi amici inglesi si è abbassata e sento con fastidio parlare di “file corrotto” come traduzione di corrupt (corrupt significa “che contiene errori o alterazioni”, mentre corrotto significa “disonesto”, “immorale”) e di “rilasciare un software” come traduzione di release (release significa “pubblicare”, “distribuire” mentre rilasciare significa “mettere in libertà”, “scarcerare”).

Così è oggi abbastanza comune vedere purple tradotto erroneamente come porpora invece che viola, per esempio in questo sito che ha l’obbiettivo di insegnare ai bambini italiani i nomi dei colori (sic).

D’altra parte in un recente studio di Beretta e Moroney è risultato che gli italiani (almeno quelli che hanno partecipato all’esperimento) quando vedono su monitor il colore raffigurato qui sotto a sinistra, lo chiamano porpora, mentre quando vedono il colore qui sotto a destra lo chiamano viola.

Le lingue, si sa, sono vive e cambiano. Una volta esisteva il congiuntivo che ora non si sente più. Una volta si diceva “accelerare” ora si dice “accellerare”. Una volta si usava la congiunzione “o” adesso al suo posto viene preferito “piuttosto”.

Una volta il colore porpora era un rosso vivo, ma ormai solo la Chiesa lo sa.


Riferimenti

C. Rossetti I tranelli dell’inglese Mondadori 1974

V. Brown Odd pairs & false friends. Dizionario dei falsi amici di inglese Zanichelli 1987

A. Lepschy “Il colore della porpora” in La porpora. Realtà e immaginario di un colore simbolico. Atti del Convegno interdisciplinare di studio (Venezia, 24-25 ottobre 1996)  Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti 1998

G. Beretta e N. Moroney “Cognitive Aspects of Color” IV Conferenza Nazionale del Gruppo del Colore, Como

 

Mauro Boscarol

23/5/2011 alle 15:16