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Il blog di Mauro Boscarol sulla gestione digitale del colore dal 1998

Nella serie Curiosità, aneddoti, storie su colore e visione

La cultura delle arti grafiche in Italia, il caso del colore 2

Mi riferisco al volumetto “Linee guida per la stampa flessografica” pubblicato da ATIF (Associazione tecnica italiana per lo sviluppo della flessografia) in collaborazione con Taga. Mi limito a qualcosa che riguarda il colore.

Una cosa che salta subito all’occhio è l’uso accanito degli asterischi: L*, a*, b*, C*, h*, che l’autore ha sicuramente applicato (anche dove non andavano, per esempio sull’h) per mettere in evidenza che lui la colorimetria la conosce bene. Che brutta figura per Thomas Knoll, l’autore di Photoshop, che gli asterischi in Lab non ce li mette, bell’asino.

Ma il bello è l’appendice dedicata al glossario della colorimetria. Per l’autore  di questo glossario lightness e chiarezza sono la stessa cosa (corretto) e scrive  “L* = Lightness o chiarezza” nel titolo della voce. La voce successiva è invece quella della tinta, e si potrebbe pensare che il titolo dovrebbe essere “h = Hue o tinta” e invece è operata una distinzione  perché il titolo è “h* = tinta (hue)” dove compaiono le parentesi. Sicuramente corrisponde a una sottile distinzione semantica, anche se personalmente non riesco a coglierla. E l’altra cosa è che l’asterisco, ho consultato il manuale della CIE, non ci va. Ma veniamo ai contenuti. “Chiarezza”, secondo il glossario, ha a che fare con il “grigiore” e “tinta” definisce il colore. Grigiore? Tinta non definisce la tinta?

Le coordinate cromatiche a* e b* “permettono di valutare le caratteristiche dei colori in termini di tinta e saturazione”. Come, non viene detto. Se per esempio a* = b* = 10 qual è la tinta? e la saturazione? Boh. In realtà bisogna passare attraverso una formula di trigonometria per la tinta (l’angolo la cui tangente è il rapporto dei due numeri) ma forse l’autore era assente il giorno che il professore spiegava l’arcotangente (sto scherzando, lo saprà benissimo, infatti scrive che “sono ricavabili matematicamente”, non vorrete mica che vi dica anche come). Per la saturazione invece c’è solo un guaio, e cioè che non si chiama saturazione, ma croma. Infatti la voce successiva è intitolata (attenzione, attenzione) “C* = saturazione (chroma)”, tipo paghi uno e compri due.

Se volete sapere cos’è la saturazione o croma (per l’autore sono sinonimi, per la CIE no), è “la forza, l’intensità, la pulizia, la purezza”. Bisogna ammettere che è una descrizione poetica, quasi lirica. Potrebbe essere il contributo italiano alla CIE.

Si va avanti con il sistema indicato come “CIELCH (CIEL*C*h*)”. Ma l’H è maiuscola o minuscola? Ha l’asterisco o non ce l’ha?  In ogni caso, nella figura successiva, l’asse centrale L* corrisponde alla “luminosità”. Ma non si era detto che L* = Lightness o chiarezza? Adesso arriva anche la luminosità?

Si dice che la figura (a) rappresenta lo spazio colorimetrico nel quale (b) “ad ogni punto corrisponde un colore”. La prima è vera, ma se Lab è uno spazio colorimetrico cosa sono XYZ e Yxz? Qual è la differenza? La seconda è sbagliata perché non è vero che ad ogni punto corrisponde un colore (è vero il contrario: ad ogni colore corrisponde un punto).

Poi l’autore si inoltra nella descrizione della saturazione in Lab. Peccato che la saturazione in Lab non esista, esiste solo la croma, che secondo la CIE è una cosa diversa (ma l’autore non lo sa).

Mi fermo, sarebbe impietoso e troppo lungo andare oltre. So che l’anonimo specialista che ha steso alcuni di questi testi è molto attivo e ha lasciato le proprie tracce in numerose pubblicazioni delle varie associazioni culturali sorte a tutela delle arti grafiche italiane. Di materiale ce ne sarebbe in abbondanza.

Con tanti auguri per le arti grafiche italiane, che possano riscattarsi e non continuino a rimanere una provincia dell’impero.

Hai già visto La cultura delle arti grafiche in Italia, il caso del colore 1?

 

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Mauro Boscarol

14/9/2007 alle 16:58

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Un commento

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  1. cavolo…quindi l’enigmatico ‘scarto tipo’ non è altro che la buona, vecchia sd? Ufficio complicazione cose semplici…

    Gabriele B

    6/8/13 alle 16:10

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