colore digitale blog

Il blog di Mauro Boscarol sulla gestione digitale del colore dal 1998

Nella serie Storia della gestione colore in Photoshop

Photoshop 6 (ottobre 2000)

Photoshop 6 viene pubblicato per Mac OS 8.5 e Windows 98, 2000, NT 4. Comprende anche ImageReady 3 per l’elaborazione di immagini per web (verrà compreso fino a Photoshop 9). Costa $609. Nel febbraio 2001 esce l’aggiornamento 6.0.1.

Il Color Picker per la prima volta riporta la casella Only Web Colors (in basso a sinistra) per impostare solo i cosiddetti colori web safe (la codifica esadecimale di RGB era apparsa già con la versione 5.5):

I colori Pantone sono espressi ancora in CMYK:

Ci sono però importanti novità per quanto riguarda la gestione del colore. Infatti questa è la prima versione di Photoshop che supporta la gestione del colore in modo moderno ed efficace, mediante i profili ICC. È la versione di riferimento, le successive porteranno solo aggiustamenti minori.

In Photoshop 6 ogni immagine, in modalità RGB, CMYK, scala di grigi può avere un profilo associato. L’associazione può essere esplicita o implicita. Qui sotto, una immagine RGB con profilo assegnato esplicitamente (a sinistra) e la stessa immagine senza profilo assegnato (a destra):

Quando si apre un file che contiene una immagine con profilo incorporato, tale profilo viene associato esplicitamente (cioè assegnato) all’immagine. Se non c’è nessuno profilo incorporato, all’immagine viene associato implicitamente un profilo di default (chiamato spazio di lavoro) indicato dall’utente in Color Settings (dove sono riunite, in un’unica finestra, tutte le impostazioni di gestione colore):

Dunque ogni immagine aperta in Photoshop ha un profilo associato, esplicitamente o implicitamente. Per ogni immagine viene fatta la compensazione monitor in modo trasparente (cioè senza dire nulla all’utente).

Come nella versione 5, la compensazione monitor una conversione di colore che ha come origine il profilo assegnato (esplicitamente o implicitamente) all’immagine e come destinazione il profilo del monitor; l’intento di rendering utilizzato è il colorimetrico relativo con compensazione del punto nero.

La compensazione monitor, diversamente dalla versione 5, non è attivabile/disattivabile dall’utente. È sempre attiva in modo trasparente (cioè senza che l’utente debba fare niente).

In Photoshop 5, si poteva associare solo lo spazio di lavoro ad una immagine e poteva capitare che si aprisse una immagine con profilo Adobe RGB solo per fare un copia incolla e la si chiudesse incorporando lo spazio di lavoro, per esempio sRGB.  Questo non è più possibile in Photoshop 6.

Per inciso, il monitor usato dall’utente si può controllare nel menù degli spazi lavoro RGB sotto il nome RGB Monitor. Non c’è un front view per informare l’utente sul monitor usato (al contrario di Photoshop 5).

È disponibile il comando Convert to Profile che è il comando generico di conversione di colore (per esempio per la stampa), da profilo di origine a profilo di destinazione, con un intento di rendering e un motore di colore scelti dall’utente.

È disponibile anche un comando che consente di modificare l’assegnazione di un profilo ad una immagine assegnandogliene un altro (Assign Profile) o addirittura togliendoglielo.

La soft proof (cioè la simulazione, su monitor, di una uscita su periferica di stampa o su un altro monitor) funziona correttamente per la prima volta e consente di simulare il colore della carta e il colore dell’inchiostro nero. Si imposta con il comando View > Proof Setup e si attiva con il comando View > Proof Colors:

Le impostazioni di Proof Setup si possono salvare con un nome (Save)  e appaiono automaticamente in Setup (o si caricano con Load).

Il comando di stampa con gestione colore adesso si chiama Print Options (c’è un altro comando Print, ma senza gestione colore).

È possibile applicare la gestione colore in stampa in tre modi, indicando un print space profile, che può essere:

  • Same As Source: in tal caso Photoshop trasmette alla periferica di stampa i numeri (RGB o CMYK) dell’immagine senza fare alcuna conversione e senza allegare il profilo;
  • PostScript Color Management (se la periferica di stampa è PostScript) o Printer Color Management (se la periferica di stampa non è PostScript): in tal caso Photoshop trasmette alla perifierica i numeri (RGB o CMYK) dell’immagine senza fare alcuna conversione ma con il profilo allegato; spetterà al RIP o al driver della periferica di stampa effettuare la conversione;
  • il profilo della periferica di stampa: in tal caso Photoshop 6 fa una conversione di colore con il profilo e l’intento di rendering selezionati e trasmette i dati, che sono finali, alla periferica di stampa.

È possibile infine fare una hard proof (cioè una prova colore su stampante) attivando nella finestra di srampa (qui sopra) Proof (e non Document) come Source Space. Il profilo da simulare viene preso da Proof Setup (nel caso qui sopra Euroscale Coated v2) e anche l’intento di rendering.

In questo caso in Print Space, in Profile va indicata la stampante di simulazione e in Intent uno di questi intenti di rendering:

  • colorimetrico assoluto: simula su carta il bianco della carta finale e il nero dell’inchiostro finale;
  • colorimetrico relativo: simula solo il nero dell’inchiostro finale; il bianco della carta finale viene riprodotto con il bianco della carta di simulazione.

L’aggiornamento 6.5 viene talvolta citato, ma non è mai uscito, o meglio è uscito con il numero di versione 7. La quale versione 7 di Photoshop rimarrà, per quanto riguarda la gestione del colore, nello stesso solco tracciato da Photoshop 6, apportando solo poche modifiche.

 

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Mauro Boscarol

1/10/2008 alle 11:51

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