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Per completare il quadro rimane un importante dettaglio da discutere: nel post precedente abbiamo dato per scontato che i valori colorimetrici che vengono cercati nella caratterizzazione di destinazione siano effettivamente presenti, ma ciò non è detto.

Potrebbe infatti darsi il caso che quel particolare colore, leggibile dalla fotocamera, non sia riproducibile sul monitor, sia cioè fuori gamut (out of gamut) per il monitor.

In generale, alcuni colori della periferica di origine possono essere visti sulla periferica di destinazione, mentre altri colori della periferica di origine non possono essere visti sulla perifierica di destinazione, perché questa periferica non li può produrre (stampare o visualizzare).

Per esempio il colore indicato nel grafico qui sotto con un quadratino sta nel gamut di origine e sta anche nel gamut di destinazione, mentre quello indicato con un cerchietto sta nel gamut di origine ma non sta nel gamut di destinazione.

Cosa si fa in questo caso? Una soluzione precisa non esiste. Ma non è il caso di arrendersi: è possibile cercare di riprodurre il colore con una qualche ragionevole approssimazione, rinunciando alla corrispondenza perfetta.

Il senso che qui diamo alla parola “ragionevole” dipende dall’effetto che vogliamo ottenere. Sono stati individuati alcuni effetti, detti “intenti di rendering”, che possono essere utilizzati in situazioni tipiche.

Gli intenti di rendering si dividono in due grandi famiglie. Nel prossimo post vediamo la prima di queste due famiglie, quella degli intenti di rendering cosiddetti colorimetrici.