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Il blog di Mauro Boscarol sulla gestione digitale del colore dal 1998

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Fisiologia della visione del colore

Compressione del segnale (campi recettivi)

Il segnale elettrico generato dai fotorecettori segue il percorso contrario a quello dei fotoni e passa prima alle cellule intermedie (orizzon­tali, bipolari, amacrine) e poi alle cellule gangliari (i cui assoni costituiscono le fibre del nervo ottico) e da qui al cervello attraverso il nervo ottico.

Nella retina ci sono circa cento milioni di fotorecettori mentre ci sono circa un milione di cellule gangliari, i cui assoni costituiscono le fibre del nervo ottico. Se i 100 milioni di segnali generati dai fotorecettori devono essere trasmessi al cervello da 1 milione di fibre è ovvio che nella retina deve esserci un meccanismo che, contemporaneamente alla codifica in segnali opponenti, comprime i segnali dei fotorecettori.

Nella fovea, lo abbiamo già visto, non ci sono bastoncelli ma solo coni, ed ogni cono della fo­vea è collegato con una singola cellula gangliare e quindi con una singola fibra del nervo ottico. In questo caso non c’è compressione.

Al di fuori della fovea i bastoncelli e i coni sono invece riuniti in gruppi (bastoncelli con baston­celli e coni con coni) ed ogni gruppo fa capo a una singola cellula gangliare, alla quale conflui­scono i segnali dei singoli fotorecettori.

Ogni cellula gangliare risponde così alla luce di­retta ai fotorecettori di una specifica area della retina, chiamata campo recettivo di quella cellu­la gangliare. Tutti i se­gnali del campo recettivo di un fotorecettore vengono compressi in un unico segnale che vie­ne trasmesso al cervello lungo il nervo ottico.

Quindi il campo visivo viene suddiviso in un mosaico di aree circolari, una per ogni cellula gangliare, più grandi in periferia e più piccole al centro, parzialmente sovrapposte ed in diverso grado di stimolazione. Questa particolare organizzazione della retina consente di riconoscere i margini degli oggetti posti nel campo visivo. La percezione dei margini bianchi e neri portata all’esasperazione determina alcuni effetti detti illusioni di griglia, come la cosiddetta griglia di Hermann e la cosiddetta griglia scintillante.

    

 

Mauro Boscarol

27/8/2012 alle 00:32