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Il blog di Mauro Boscarol sulla gestione digitale del colore dal 1998

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Profilo di fotocamera secondo Adobe

Due tipi di tavole HSL (HueSat e Look)

I profili di fotocamera dcp possono contenere una o due tavole HSL chiamate HueSaturationTable (alla fine se ne sceglie una per interpolazione) e una tavola HSL chiamata LookTable. Le tavole sono strutturalmente uguali, differiscono solo per il momento, nel processo di sviluppo, in cui sono applicate. Ma prima di vedere il momento in cui è applicata la tavola HueSat e quello in cui è applicata la tavola Look, vediamo come sono fatte queste tavole.

Una tavola modifica i valori HSL di ogni pixel in altri valori HSL. In realtà la tavola non contiene tutte le terne HSL, ma divide lo spazio HSL in 36 valori di H (hue, tinta), 8 di S (saturazione) e 16 di L (lightness, chiarezza). Così l’intero spazio è suddiviso in 36 * 8 * 16 = 4608 “zone” (invece di 360 *100 * 100 = 3.600.000). Qui sono indicate le 36 divisioni di H, ognuna di 10° e le 8 divisioni di S:

Look Table

Ognuna di queste “zone” può essere modificata in H, S e/o L. Per esempio il profilo Nikon D40 Adobe Standard ha questa riga nella sua tavola Look:

HDiv="3" SDiv="6" LDiv="0"
HShift="-7.105350" SScale="0.966157" LScale="0.957189"

che significa che la terza divisione di H (quella che va da 30° a 40°) e la sesta di S (quella che va da 0.75 a 0.875) e la zeresima di L, deve essere modificata spostando la H di -7.105350 gradi, moltiplicando la S per 0.966157 e la L per 0.957189.


Tavole HueSat

Le tavole HueSat vengono create dall’utente con DNG Profile Editor, sia in modalità “Color Tables” sia in modalità “Chart”.

Nella prima modalità “Color Tables” è quella in cui l’utente modifica un profilo già esistente creando una tavola di spostamenti. Nella seconda modalità “Chart” è quella in cui è il Profile Editor stesso a creare la tavola, allo scopo di migliorare la resa colorimetrica del profilo.

In ogni caso la tavola creata va da HS a HSL, cioè si può modificare ogni valore HS (cioè di tinta e saturazione, non di chiarezza, lightness) con un valore HSL. Questo tipo di tavole va da 2 dimensioni a 3 dimensioni e per questo sono anche dette tavole 2.5 D.

Una tavola di questo genere può specificare modifiche indipendenti dalla chiarezza (lightness). Per esempio può specificare che tutti i blu vanno più chiari oppure che tutti i blu vanno più scuri; ma non può specificare che i blu chiari vanno più scuri e i blu scuri più chiari.

Queste tabelle sono pensate, e adatte, per modificare la resa colorimetrica, quando la matrice standard di Adobe non è particolarmente adatta alla nostra fotocamera. Fanno il lavoro che facevano i vecchi script di Photoshop con i quali si “aggiustavano” le matrici di trasformazione di Camera Raw.


Tavole Look

Le tavole Look non possono essere create dall’utente (con le utilities attualmente disponibili) e vengono create da Adobe che le inserisce nei profili che mette a disposizione gratuitamente. Sono tavole che vanno da HSL a HSL, quindi 3D.

Come dice il nome, queste tavole sono pensate e adatte per conferire un certo “look” all’immagine, non per modificare la resa colorimetrica.

Queste tavole possono contenere i cosiddetti Hue Twist, che vediamo qui di seguito.


Hue twist
Una tavola Look consente modifiche complesse, in particolare quelle che sono chiamate hue-twist cioè variazione della tinta e della saturazione (cioè della cromaticità) in funzione del valore di L.

Il momento in cui viene applicata la tavola è importante e il punto di discrimine è il cursore di esposizione (uno dei cursori utente). Vediamo allora la successione delle operazioni di sviluppo di una immagine Raw nello schema qui sotto:

Sviluppo Raw

Dopo la demosaicizzazione e la conversione dei dati RGB di sensore (a sinistra) nello spazio RIMM fatta con le matrici ColorMatrix e ColorCalibration, si lavora con i valori RGB e HSL di questo spazio. A questo punto, per ogni pixel RGB/HSL

  • se ci sono due tavole HSL HueSat vengono interpolate e si ottiene una unica tavola;
  • se c’è, viene applicata la tavola HSL HueSat  ;
  • vengono applicati i cursori di utente tra i quali l’esposizione, ma non la curva tonale;
  • se c’è, viene applicata la tavola HSL Look;
  • viene applicata la curva tonale.

Se l’hue twist fosse presente nella tavola HueSat che viene applicata prima della variazione di intensità, si presenterebbe l’effetto negativo che due immagini delle stessa scena che differiscono solo per l’esposizione, verrebbero visualizzate con differenze anche nella tinta e nella saturazione, e non solo in luminosità. L’aspetto positivo sarebbe che tinta e saturazione non variano al variare del controllo di esposizione.

Se l’hue twist fosse presente nella tavola Look, poiché questa tavola viene applicata dopo le modifiche di esposizione, luminosità, contrasto ecc. l’effetto sarebbe che modificando il valore L del pixel (per esempio aumentando l’esposizione), il pixel cambierebbe anche di tinta H e di saturazione S. D’altra parte una stessa regolazione di esposizione su due immagini uguali non cambierebbe l’uguaglianza delle immagini.

Quindi tutto dipende da come sono creati i profili. Attualmente ci sono tre “fonti” da cui ottenere nuovi profili dcp:

  • profili creati da Adobe (Adobe Standard, ecc.);
  • profili creati dall’utente con Adobe DNG Profile Editor;
  • profili creati dall’utente con X-Rite Passport.

Nel prossimo post vediamo i profili creati e distribuiti gratuitamente da Adobe.

 

Mauro Boscarol

29/8/2008 alle 15:06