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Il blog di Mauro Boscarol sulla gestione digitale del colore dal 1998

Nella serie Calibrare e profilare un monitor

Ho calibrato il monitor e adesso ha una dominante verde

Questa è una frase che si legge molto spesso nei forum, nelle mailing list, nei commenti dei siti web. Per esempio, copio e incollo da diverse fonti:

Dopo la taratura i due display sono molto diversi tra loro e uno ha una dominante magenta. A cosa serve un colorimetro se dopo la taratura i due display sono tanto diversi tra loro e riproducono colori peggiori rispetto all’impostazione di fabbrica?

Ordino un Eye-One nuovo. Arriva, lo attacco, do il via alla calibrazione e… sorpresa!!!! Il monitor adesso ha una bella dominante verde!!!

Ho deciso di tararli perchè su una stessa immagine un monitor aveva una resa fredda ma gradevole, colori abbastanza saturi mentre l’altro presentava una dominante caldo-giallognola e i bianchi piuttosto bruciati.

Cosa dire al laboratorio affinché quello che vedo a monitor corrisponda alle stampe? Quali informazioni mi deve fornire affinché possa calibrare monitor e Photoshop

Per esaminare questo problema bisogna affrontare parecchie questioni, e qui cerco di riassumere il più possibile. Però sono necessarie alcune premesse.

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Innanzi tutto va ricordato che calibrare il monitor (non si dice “tarare il monitor”: il monitor non ha tara) significa fare tre cose ben precise, e cioè:

  • impostare la luminanza del bianco del monitor che si misura in cd/m2, ma si può anche regolare a mano e lasciare quella che c’è (se invece siamo in uno studio con 8 monitor, allora è meglio fissare un valore, per esempio 120 cd/m2 e impostare tutti i monitor su quel valore);
  • impostare la cromaticità del bianco del monitor, cioè scegliere e impostare un bianco  che  dà più sul giallo oppure che dà più sull’azzurro oppure un bianco diverso (attenzione che una volta impostato il bianco, l’occhio si abitua a quel bianco e non lo vede più giallo o azzurro, ma lo vede bianco senza tinta);
  • impostare il gamma del monitor, cioè in pratica regolare il suo contrasto (se il gamma è basso il contrasto è basso, se il gamma è alto il contrasto è alto, il valore tipico è 2.2).

Non esistono regole per  le impostazioni. Non c’è niente da chiedere al laboratorio di stampa. Bianco e gamma si possono regolare a piacimento (perché poi saranno i profili ad adattare tutto) e ognuno ha i propri consigli da dare. I miei sono in questo post del blog.

Insisto sul fatto che calibrare un monitor vuol dire semplicemente effettuare queste tre (o due) regolazioni, e basta. È evidente allora che non ha senso dire, per esempio “ho calibrato il mio monitor in modo che corrisponda alle mie stampe”. Mi piacerebbe molto sapere come si fa, e se fosse veramente possibile un mucchio di problemi sarebbero risolti per sempre.

Calibrare il monitor non ha nessuna relazione con la stampa, ma riguarda solo impostare un certo bianco e un certo gamma sul monitor. Non riguarda, per esempio, i colori, perché i primari del monitor non sono calibrabili: sono fissi e rimangono così (e mai uguali a quelli di una stampante). Il rosso del monitor (RGB = 255 0 0) non è modificabile e così il verde e il blu e tutti gli altri colori. Dunque vedete che la calibrazione del monitor non c’entra con i colori della stampa.

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Per calibrare un monitor si usa uno strumento di misura, un colorimetro (che è economico, attorno ai 200 €) oppure uno spettrofotometro (che è più caro, sugli 800 € ma anche meno o molto di più). Non chiamateli sonde, per favore. Le sonde sono quelle gastriche, oceaniche, spaziali, non quelle che usiamo per il monitor.

Di solito ognuno di questi strumenti ha un proprio software nativo che viene dato gratuitamente, ma esistono anche software che si possono acquistare a parte (alcuni dei quali funzionano meglio di quelli nativi).

Come in tutti i mercati di questo mondo, vale la regola che nessuno ti regala nulla, o in altre parole che se si spende poco si avrà un prodotto (strumento + software) che vale poco. Ho sentito un mucchio di persone lamentarsi di Huey, ma, santo cielo, è lo strumento più economico in assoluto presente sul mercato (il mio l’ho pagato 80 €). È ovvio che non ha le prestazioni di uno strumento da 300 € o da 1000 €. La Bianchina e la Ferrari sono entrambe automobili, ma nessuno si meraviglia se con la Ferrari si viaggia meglio, mentre tutti si lamentano che le calibrazioni fatte con Huey hanno dei problemi. Sono cose di qualità diversa con prezzi diversi e prestazioni diverse.

Io possiedo un Huey, e funziona bene, per quello che costa. Ma si leggono anche cose così:

Client of mine picked one Huey…produced strong magenta color cast as many have reported. Contacted Pantone and after a month and several reminders, they sent a replacement unit. Replacement produces a blue cast which is obviously off.

E poi l’Huey può anche autoregolarsi continuamente secondo la luce ambiente. Questa opzione va disattivata se lo si usa per calibrare e profilare il monitor.

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La calibrazione materiale, effettiva, del monitor viene registrata nelle LUT della scheda video, o per i monitor più costosi, nelle LUT del monitor stesso. Le curve delle tre LUT (R, G e B) vengono modificate in modo da avere il bianco e il gamma voluto.

Ogni tanto si sente parlare di “monitor non calibrabili”, per esempio quelli dei portatili. Esistono monitor non calibrabili? Certo che esistono. Sono i monitor che non hanno le loro LUT interne e non hanno nemmeno le LUT nella scheda video. Oggi credo che siano molto pochi.

Esiste però una categoria intermedia: monitor che possono disporre di una sola LUT (e non tre). In questi monitor si può regolare il gamma (uguale per i tre canali), ma non il bianco, quindi sono calibrabili a metà: bisogna usare il bianco nativo.

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Un mito da sfatare è che la calibrazione renda migliore il monitor: non è così. La calibrazione del monitor, di per sé, non rende il monitor migliore o peggiore. Il monitor rimane quello che è. Però se è calibrato sappiamo esattamente qual è il suo bianco e il suo gamma. Questo è il senso della calibrazione: conoscere le condizioni (di bianco e di gamma) in cui il monitor è regolato. E che ce ne facciamo di queste informazioni? Sono necessarie per il passo successivo, che è la profilazione. Questo è l’obiettivo finale e importante: la creazione del profilo del monitor. E di questo profilo sì che si può giudicare (o misurare) la qualità.

Fatte tutte queste premesse, come la mettiamo con il fatto delle dominanti? Non ho una risposta sicura, perché le possibilità sono tante:

  • strumento/software  danneggiato oppure molto economico;
  • strumento collegato ad una porta USB alimentata debolmente (non collegare lo strumento alla tastiera o al monitor!);
  • strumento non perfettamente aderente allo schermo;
  • tentare di regolare il bianco di un monitor che dispone di una sola LUT (tipicamente un portatile) può causare dominanti di colore;
  • essere abituati al bianco precedente del monitor e vederlo cambiare (più verso il giallo, più verso il blu) con la calibrazione può indurre l’idea che il monitor abbia una dominante di colore (ma l’occhio si adatta);
  • usare una applicazione che non fa la compensazione monitor può causare dominanti di colore;
  • usare una immagine senza profilo incorporato può causare dominanti di colore;
  • il profilo creato dopo la calibrazione può essere responsabile della dominante: meglio usare l’utility di validazione, se esiste, e controllare il deltaE (più basso è meglio è).

Questo è quello che mi viene in mente. Ma comunque alla domanda: mi serve un colorimetro per calibrare il monitor, la risposta è: certo che ti serve, e che sia di buona qualità (sia il colorimetro, sia il software che lo gestisce). E funzionerà meglio assieme ad un monitor di buona qualità e su un computer di buona qualità.

 

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Mauro Boscarol

5/9/2007 alle 08:16

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2 commenti

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  1. Un monitor come Eizo CG276-BK che ha il sensore integrato con funzione di auto-calibrazione e che quindi si calibra da solo, dopo genera un profilo colore o ci vuole un programma a parte per farlo?

    Fulvio

    27/9/13 alle 23:18

  2. Per fare il profilo si può usare il software ColorNavigator, che viene fornito con il monitor. Oppure un altro software di altro produttore.

    Mauro Boscarol

    27/9/13 alle 23:35

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