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Nella serie Storia del colore magenta

150 anni fa, la battaglia di Magenta

Il 18 giugno 1815 gli eserciti alleati (Regno Unito, Austria, Prussia, Russia, Paesi Bassi, Regno di Sardegna e numerosi stati minori) sconfiggono definitivamente Napoleone Bonaparte nella battaglia di Waterloo, una cittadina 15 chilometri a sud di Bruxelles. Napoleone va in esilio nell’isola di Sant’Elena, nell’Oceano Atlantico, dove muore 6 anni dopo, il 5 maggio 1821.

Nove giorni prima di Waterloo, il 9 giugno 1815, si era concluso il Congresso di Vienna che aveva stabilito che i territori europei dovevano ritornare ai sovrani regnanti prima del 1789. È la Restaurazione, che in Italia riporta alla frammentazione territoriale prenapoleonica.

Il Regno di Sardegna con la Liguria viene restituito ai Savoia, mentre la Lombardia con il Veneto costituiscono il Regno Lombardo Veneto (nella cartina qui sotto, tratta da Wikipedia, in verde) sottoposto alla corona imperiale d’Austria e affidato ad un viceré e due governatori residenti rispettivamente a Milano e Venezia.

Italia nel 1815

Appare subito chiaramente quanto la Restaurazione sia effimera e superficiale. I primi tentativi insurrezionali si hanno a Napoli nel 1820;  in Sicilia si organizzano gruppi di ribelli; nel 1821 scoppia la rivoluzione in Piemonte.

I moti del 1830-31 nei ducati di Modena e Parma (Ciro Menotti) vengono facilmente repressi ma le rivoluzioni dilagano in tutta Europa. Giuseppe Mazzini, in esilio a Marsiglia, fonda nel 1931 l’associazione politica insurrezionale La Giovine Italia.

Nel Regno Lombardo Veneto il governo austriaco è particolarmente oppressivo dal punto di vista fiscale e politico: onerosi dazi, controlli della polizia, coscrizione militare obbligatoria per otto anni nell’esercito imperiale.

Nel 1848 si hanno moti insurrezionali a Milano (cinque giornate di Milano, 18-22 marzo) e Venezia (4 luglio). È l’inizio della prima guerra di indipendenza, che dura esattamente un anno e termina con una sconfitta dei rivoltosi a cui segue la seconda Restaurazione.

Negli anni successivi il presidente del Consiglio del Regno di Sardegna, Camillo Benso conte di Cavour tratta con l’imperatore francese Napoleone III  e assieme firmano nel 1858 un trattato di alleanza che li impegna ad intervenire in caso di attacco austriaco. Il 10 gennaio 1859 Vittorio Emanuele II nel discorso di apertura del parlamento piemontese afferma “noi non siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti d’Italia si leva verso di noi”. L’eco è enorme in tutta la penisola.

Si aspettava solo che l’Austria attaccasse. E puntualmente l’Austria dichiara guerra al Regno di Sardegna il 26 aprile 1859. È la seconda guerra d’indipendenza italiana che durerà 77 giorni, fino 12 luglio 1859 (armistizio di Villafranca). Ai primi di maggio giungono in Piemonte le divisioni francesi in parte sbarcate a Genova e in parte trasportate con la ferrovia (all’epoca, una novità tecnologica).

Il 4 giugno 1859 i franco-piemontesi sconfiggono gli austriaci a Magenta aprendo la strada per Milano dove l’8 giugno Napoleone III e Vittorio Emanuele II entrano trionfanti attraversando l’Arco della Pace (qui sotto, una illustrazione tratta da Life).

Life

Sull’Arco della Pace venne incisa questa scritta

Nella battaglia di Magenta il generale francese Mac-Mahon (1808 – 1893) si coprì di gloria e Napoleone III lo nominò maresciallo di Francia e Duca di Magenta la sera stessa. Anche il generale italiano Manfredo Fanti (Carpi, 1806 – Firenze, 1865) si segnalò e venne insignito della croce di cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia.

Il 24 giugno gli eserciti franco-piemontesi vincono ancora a Solferino,  liberando definitivamente la Lombardia dagli austriaci. Qui sotto: a sinistra Magenta, a destra Solferino. Si notino i confini della Lombardia.

Magenta e Solferino

Gli scontri di Magenta e Solferino furono i più sanguinosi del Risorgimento e ispirarono allo svizzero Henri Dunant l’idea della Croce Rossa, organizzazione internazionale che dal 1864 iniziò ad occuparsi dell’assistenza ai feriti sui campi di battaglia. Ad Henri Dunant venne assegnato il premio Nobel per la pace nel 1901.

 

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Mauro Boscarol

26/3/2009 alle 15:36

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