colore digitale blog

Il blog di Mauro Boscarol sulla gestione digitale del colore dal 1998

Nella serie Calibrare e profilare un monitor

Il ΔE del monitor non ha niente a che fare con la qualità del monitor

Commento breve
Si sente dire: il mio monitor è buono perché il ΔE è basso.

È un classico equivoco, non c’è relazione tra le due cose, cioè tra qualità del monitor e ΔE misurato durante la fase di controllo di qualità del profilo.

i1ProfilerSnapz001

Il ΔE  misurato durante la fase di validazione del profilo (qui sopra chiamata “qualità”) non è la misura della qualità del monitor ma è la misura della qualità del profilo del monitor, cioè la differenza tra i colori misurati sul monitor e quelli previsti dal profilo. Più basso è,  più il profilo è venuto bene.

Il ΔE misurato nella fase di validazione del profilo non dice quanto è buono il monitor o quanto sia distante da condizioni ottimali (che non esistono).


Commento lungo

Questo è uno scambio di battute preso da un forum (B sono io):

A: col mio samsung 226BW calibrato riesco ad avere un deltaE medio di 0.8 che è un ottimo risultato
B: ma la qualità del profilo non ha nulla a che fare con la qualità del monitor.
A: però se un pannello è pessimo, puoi profilarlo finché vuoi, ma non ottieni quei deltaE
B: no, non c’è relazione tra qualità del pannello e deltaE
A: sì, perché il deltaE è la differenza tra quello che la scheda video invia al monitor e quello che il colorimetro misura dal monitor [!]
B: la differenza che dici tu non la puoi fare perché la scheda invia al monitor numeri RGB e il colorimetro non misura numeri RGB ma coordinate colorimetriche (XYZ), non puoi fare la differenza tra mele e pere

E questo è ripreso da un articolo su una rivista di fotografia:

La bontà media della riproduzione dei colori [su monitor] si può misurare tramite un parametro denominato ΔE*. Più piccolo è ΔE* minore sarà la deviazione tra i colori definiti idealmente dalle terne campione [?] e quelli rappresentati dal monitor.

E questi sono ripresi da un noto gruppo di correzione colore su Facebook:

quando viene indicato un delta, si intende la misura della variazione tra comportamento ideale [?] e misurato del display.

dovresti fare una validazione del monitor, ovvero una misura di quanto devia rispetto a ciò che ci si aspetterebbe [?], e farti dare il DeltaE.

Si tratta del classico equivoco tra qualità del monitor da un parte e qualità del profilo del monitor dall’altra parte. Sono due cose diverse e indipendenti tra di loro.

Il ΔE misurato nella fase di validazione del profilo (quindi dopo aver creato il profilo) misura la differenza tra i colori che il monitor veramente produce e i colori che il profilo dice che il monitor produce. Per esempio faccio sul mio monitor un quadrato con RGB = 145 112 84, lo misuro e ottengo Lab = 50 10 20. Poi vado sul profilo del monitor e controllo cosa c’è scritto vicino a RGB = 145 112 84. Mettiamo che ci sia scritto Lab = 55 10 20. Allora il profilo del monitor ha un ΔE = 5 rispetto al monitor (il ΔE si misura come indicato in questo post). Qui il controllo è fatto su un singolo colore, ma i programmi lo fanno su un numero più elevato di colori (per esempio 40 oppure 100) e poi fanno la media delle differenze e danno anche altri parametri statistici (per esempio la varianza).


Il monitor è il territorio, il profilo è la mappa

Il rapporto tra monitor e profilo del monitor è come il rapporto che c’è tra un territorio e la mappa di quel territorio. Se ho in mano la mappa di una città (le strade, le piazze, i parchi) potrei dire che la mappa è fatta molto bene, cioè è ben disegnata e rispecchia accuratamente le strade, le piazze, i parchi della città. Ma il giudizio sulla mappa non si trasferisce, ovviamente, sulla città. Le strade potrebbero essere dissestate, le piazze inagibili, i parchi potrebbero essere tenuti male.

Oppure, al contrario, potrei giudicare che la mappa è fatta male, mancano alcune strade, altre sono indicate con un nome sbagliato, è disegnata male e non è accurata. Ma magari la città è molto bella e ben tenuta. Oppure potrei giudicare che mappa e città sono entrambe ottime. Oppure entrambe pessime.

Insomma, se la mappa rappresenta bene, accuratamente, il territorio, si può dire che la mappa è di ottima qualità, ma naturalmente non si può dire nulla sul territorio. Il giudizio sulla qualità del territorio da una parte e sulla qualità della mappa dall’altra sono due cose completamente scollegate.


Qualità del monitor e qualità del profilo

La stessa cosa vale per il monitor e il profilo del monitor. Prendiamo un monitor pessimo (gamut molto ristretto, asse dei grigi non lineare, punto bianco nativo 3000 K, gamma nativo 3.5) e lo profiliamo. Se il profilo descrive accuratamente questo monitor (cioè descrive accuratamente quel gamut ridotto, quell’asse dei grigi sbilenco, quel bianco e quel gamma per strani che siano), il profilo è ottimo ma il monitor rimane pessimo.

Dunque la qualità del monitor non ha nulla a che fare con la qualità del profilo del monitor. Sono due cose completamente scollegate.

E in particolare dal fatto che il ΔE del profilo sia basso non si può dedurre che un monitor sia di buona qualità. Si può dedurre solo che il profilo è stato fatto bene.

E dal fatto che il ΔE del profilo sia alto non si può dedurre che un monitor sia di cattiva qualità. Si può dedurre solo che il profilo è stato fatto male e va rifatto.

 

Visitato 436 volte, negli ultimi 7 giorni 2 visite

Torna all'indice di Calibrare e profilare un monitor

Mauro Boscarol

24/4/2009 alle 11:26

Parole chiave , , , , ,

Visitato 436 volte, negli ultimi 7 giorni 2 visite

4 commenti

Abbonati ai commenti a questo post con RSS

  1. All’ottimo articolo di Mauro vorrei aggiungere che la procedura di verifica del profilo per un monitor non fa nulla di più che paragonare il valore *aspettato* (in accordo con le tavole interne o la matrice del profilo stesso) al valore *misurato* dal colorimetro. Dato che questo è lo stesso strumento che ha creato il monitor, la procedura verifica solo la precisione *relativa* del profilo (relativa a quel colorimetro e software), non quella *assoluta*, che richiederebbe l’uso di uno spettroradiometro, uno strumento solitamente molto più preciso, e certamente molto più costoso, di un colorimetro di basso/medio prezzo.

    Come dice Mauro, la verifica dice all’utente che il profilo (la mappa) descrive più o meno bene il modo in cui funziona il monitor (il territorio) quando viene misurato da *quel* colorimetro attraverso *quel* software specifico. Non è un test di precisione assoluta, ma solo di precisione relativa. Se si cambia software e/o colorimetro, i risultati cambieranno (in modo più o meno drammatico).

    E ovviamente, come fa notare Mauro, se il monitor stesso è di bassa qualità, la verifica di per sè non lo fa necessariamente notare.

    Marco Ugolini

    24/4/09 alle 22:42

  2. È vero come dice Marco che un spettroradiometro solitamente è più preciso ma non sempre è superiore ad un colorimetro specialmente per quanto riguarda la lettura delle zone più scure di un monitor.
    C’erano dei colorimetri dedicati (calibrati sui primari di un dato monitor) come per esempio quello del vecchio monitor CRT Sony Artisan color Reference che costavano molto meno di qualsiasi spettroradiometro e che fornivano un accuratezza maggiore evidentemente solo per quel dato monitor su cui erano stati calibrati.Purtroppo non se ne costruiscono più.

    Tarkowsky

    1/5/09 alle 00:15

  3. Colorimetro e spettrofotometro sono due strumenti diversi, non confrontabili (spettroradiometro poi è un’altra cosa ancora).

    Lo spettrofotometro fornisce lo spettro della luminanza del monitor, lunghezza d’onda per lunghezza d’onda. Se si va da 380 nm a 700 nm a passo di 10 nm sono 33 dati, mi pare.

    Il colorimetro fornisce le coordinate colorimetriche (non lo spettro) che sono 3 dati, quindi molte meno informazioni, e comunque informazioni diverse (colorimetria, non spettrofotometria).

    Mauro Boscarol

    1/5/09 alle 00:21

  4. È vero quanto tu dici ma mi sembra che Marco parlasse di spettroradiometro e non di spettrofotometro che in teoria è più adatto a misurare la luce riflessa ed io mi riferivo ad un confronto con quello strumento ed al rapporto qualità prezzo specialmente nelle zone dove il rapporto segnale/rumore di fondo si fa critico.

    I colorimetri dedicati a cui mi riferivo hanno dei sensori con una superficie più ampia e quindi con livelli bassi di luce producono un segnale più intenso e l’energia totale è maggiore
    (miglior rapporto segnale-rumore) captando questi sensori luce da diverse bande spettrali.

    È anche vero che in commercio abbiamo colorimetri non dedicati di basso livello e spettrofotometri che vengono usati anche per la luce emesssa.
    Gli spettroradiometri molto più cari li troviamo piuttosto nei laboratori di fisica.

    Tarkowsky

    1/5/09 alle 02:30

Vuoi fare un commento a questo post?

Devi essere collegato per scrivere un commento.