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Il blog di Mauro Boscarol sulla gestione digitale del colore dal 1998

Nella serie Valutare la qualità di un profilo ICC di fotocamera

Misurare i Lab del ColorChecker

Cos’è un ColorChecker è noto a tutti, ma in ogni caso, in questo post c’è un riassunto di quello che bisogna conoscere. Qui mi riferisco ad un ColorChecker standard, cioè con 6 x 4 = 24 tacche, in versione A4 oppure mini (normale o Passport).

L’idea generale per valutare il profilo ICC di una fotocamera è questa:

  1. misurare le coordinate colorimetriche Lab D50 di ogni tacca del ColorChecker, ottenendo 24 misure Lab;
  2. fotografare il ColorChecker con una fotocamera digitale, e trovare le 24 terne RGB corrispondenti alle 24 tacche;
  3. convertire le 24 terne RGB del ColorChecker fotografato mediante il profilo (ICC o DNG) della fotocamera usata per fotografare; questa conversione da RGB a Lab fornisce 24 misure Lab;
  4. confrontare le 24 misure Lab misurate (nel passo 1) con quelle convertite da RGB (nel passo 3);  per ognuna delle 24 tacche si calcola il ΔE;
  5. idealmente tutti i ΔE dovrebbero essere uguali a 0 (zero); questo significherebbe che la riproduzione è perfetta, ma naturalmente ciò non avviene mai, e allora si procede  con la statistica;
  6. calcolare la media e la varianza dei 24 dΔE; se media e varianza sono basse la riproduzione può essere considerata buona.

Adesso vediamo come procedere punto per punto.


Misura delle tacche del ColorChecker

Qui ci sono possibili tre alternative:

  • ci si fida delle coordinate Lab fornite da X-Rite con il ColorChecker, di solito stampate su un foglietto inserito nella confezione; in questo caso non è necessario uno strumento di misura ma naturalmente i valori forniti dal produttore sono generici, uguali per tutti i ColorChecker (almeno per quelli degli ultimi anni);
  • si misurano le tacche con uno spettrofotometro (sono solo 24, ci si mette 10 minuti);
  • una alternativa intermedia consiste nel procurarsi diverse misure di diversi ColorChecker e con un po’ di pazienza calcolare una media; su web si trovano diverse liste di misure spettrali e colorimetriche (Lindbloom, Myers, Pascale), altre si trovano in letteratura e altre si trovano anche sotto forma di immagine Tiff Lab (Lindbloom, Bruce Fraser);

Personalmente uso il mio spettrofotometro Eye-One Pro collegato con il software SpectraShop 3 di Robin Myers e misuro il fattore di riflessione spettrale di ogni ogni tacca. Imposto l’illuminante a D50 e il software mi fornisce (tra le altre cose) i dati spettrali (oltre alle coordinate Lab, ma che in questo caso non uso, le guardo solo per confronto).

Qui sotto a sinistra, l’elenco delle tacche. È selezionata la tacca “Orange yellow”. A destra i valori Lab D50 della tacca.

Alla fine esporto, con l’apposito comando e in formato Measure Tool, i valori spettrali in un file di testo. Questo file lo posso aprire in ColorThink che calcola automaticamente le coordinate Lab. Per verifica controllo su due o tre che corrispondano a quelle di SpectraShop (per esempio i valori di Orange yellow sono identici al centesimo, e questo mi rassicura).

A questo punto ho le coordinate Lab del mio ColorChecker, che dovrò successivamente confrontare con le coordinate Lab fotografate. Nel post successivo ci dedichiamo alla fotografia del ColorChecker e a ricavare dalla fotografia i valori RGB delle tacche.


Fotografare il ColorChecker

Su come fotografare il ColorChecker ci sono molte indicazioni su web. Per esempio in questo post e ancora più approfondite in questo articolo di Marco Noldin. Invece ricordo gli scatti da fare e gli illuminanti, che variano secondo il software di creazione del profilo:

  • profilo DNG con Adobe DNG Profile Editor (solo Raw per Camera Raw e Lightroom)
    • unico scatto sotto qualunque illuminante
    • due scatti obbligatoriamente sotto gli illuminanti A e D65, cioè 2856 K (tolleranza 50K) e 6502 (tolleranza 150 K)
  • profilo DNG con X-Rite Passport (solo Raw per Camera Raw e Lightroom)
    • unico scatto sotto qualunque illuminante
    • due scatti sotto due illuminanti qualsiasi
  • profilo ICC con qualunque software (Raw oppure Jpeg)
    • unico scatto sotto qualunque illuminante

Salviamo l’immagine in Raw oppure in Tiff o Jpeg, secondo il tipo di profilo che vogliamo creare e il software di creazione del profilo.

Nei prossimi post vediamo come convertire la fotografia in una tabella e poi confrontare le due tabelle (quella fotografata e quella misurata).

 

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Mauro Boscarol

9/8/2010 alle 14:55

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