colore digitale blog

Il blog di Mauro Boscarol sulla gestione digitale del colore dal 1998

Nella serie Colore in Photoshop

Ps: compensazione monitor e soft proof non sono la stessa cosa

È diffusa la convinzione che aprendo in Photoshop una immagine con il profilo di una periferica di stampa, si vedano (o si dovrebbero vedere) a monitor i colori che si vedrebbero nell’immagine stampata su quella periferica di stampa.

Per esempio, apro a monitor una immagine con profilo Japan Color 2002 Newspaper (vedi qui sotto). I colori che si vedono a monitor sono gli stessi che si vedranno stampando l’immagine su una macchina da stampa il cui profilo è Japan Color 2002 Newspaper. Questa affermazione è vera o falsa?

Potrebbe essere vera, ma potrebbe essere anche falsa. Vediamo come stanno le cose. Se apriamo in Photoshop una immagine con un determinato profilo, Photoshop esegue, come sempre, una compensazione monitor. Nell’esempio qui sotto, l’immagine è CMYK e la compensazione monitor avviene con una conversione da CMYK a RGB del monitor:

  • origine: il profilo CMYK dell’immagine;
  • destinazione: il profilo RGB del monitor;
  • intento di rendering: colorimetrico relativo con compensazione punto nero;
  • motore di colore: ACE.

Ecco l’immagine nel profilo Newspaper e in compensazione monitor:

Compensazione monitor

I colori che si otterranno in stampa si simulano invece con una soft proof che viene calcolata come segue. Il profilo dell’immagine CMYK è ovviamente uguale al profilo da simulare, dunque la prima conversione della prova colore non ha effetto. Ha effetto solo la seconda, cioè la conversione dal profilo CMYK dell’immagine al profilo RGB del monitor che avviene così:

  • origine: il profilo CMYK dell’immagine;
  • destinazione: il profilo RGB del monitor;
  • uno tra questi tre intenti di rendering, a scelta dell’utente:
    • colorimetrico assoluto (se si vuole simulare bianco carta e inchiostro nero);
    • colorimetrico relativo (se si vuole simulare solo inchiostro nero);
    • colorimetrico relativo con compensazione del punto nero (se non si vuole simulare né il bianco carta né l’inchiostro nero);
  • motore di colore: ACE.

Come si vede la differenza tra compensazione monitor e soft proof sta solo negli intenti di rendering: nel caso della compensazione monitor l’intento è fisso (colorimetrico relativo con compensazione del punto nero); nel caso della soft proof è possibile usare questo intento (che non simula nulla) ma anche gli altri due intenti (che simulano). Ecco come verrebbe la soft proof rispettivamente con simulazione dell’inchiostro nero e simulazione del nero + carta:

Simulazione inchiostro nero

Simulazione inchiostro nero e bianco carta

Quindi la soft proof, nel caso che l’immagine sia già nel profilo finale, è identica alla compensazione monitor solo se non vengono simulati il bianco e il nero. Se questi vengono simulati (entrambi oppure solo il nero) la soft proof è diversa dalla compensazione monitor.

Ed è tanto più diversa quanto il supporto di stampa è “scadente”. Nell’esempio qui sopra ho simulato il supporto più scadente che c’è, la carta da quotidiano (newspaper), per mettere in evidenza la differenza. Se avessi simulato la carta patinata la differenza tra soft proof e compensazione monitor sarebbe stata minore.

In Photoshop CS4 sono state inserite due nuove e interessanti preimpostazioni di soft proof che simulano la visione daltonica.

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Mauro Boscarol

14/9/2008 alle 18:17

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